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Le poesie trascritte sul sito sono puramente informative, non ancora selezionate dalla giuria, ma concorrenziali. Inviateci le vostre poesie...

Poesia: Non solo gli occhi vedono

Autore giovane

Poesia: LA MORTE  - AUTORE CRISTIAN UMBERTO  (scritta a 12 anni)

Nessuna l'ha mai vista

pochi l'hanno compresa

altri l'hanno incontrata

molti combattuta

 

Chi ha combattuto

la battaglia per il riscatto della vita,

non saprà spiegarlo

non potrà dire

cosa dentro gli è rimasto

come si sente

dopo averla vista in faccia.

 

Nessuno riesce a vederla

o non vuole vederla.

Molti la sentono

pericolo quatto come un lupo

lo ha già azzannato.

 

 

 

Molti la sentono

pericolo quatto come un lupo

lo ha già azzannato.

 

La senti, non sai,

se è meglio combatterla

o con lei andare via.

Ma

se al voglia di vivere

è grande

vincerai!

 

Come spiegare

cosa si prova, cosa si sente,

quando la guardi negli occhi.

Improvvisamente

inizi a lottare

e lotti,

guardando l'ultimo squarcio di vita che passa.

Se nel mach finale,

ti manca il coraggio,

la forza, la fede

sempre lei vincerà.

 

Nessuno la capisce

solo al momento di andare con lei

senti che

apparentemente

è lei la più forte,

forse vincente.

 

Chi la vede

vicino la sente

e questo segreto porta con se.

 

Ma non si muore mai per lei

fine a se stessa.

C'è la vita che oltre la vita

che l'anima aspetta

viene a Dio

che poi un dì

sulla terra ritornerà.

 

Questa particolare poesia è stata scritta da un bambino di 12 anni. C'è l'ha inviata la mamma, è ha fatto bene poiché i concetti sono molto profondi, forse vissuti attraverso la perdita di qualche persona cara.

Certamente il poeta Cristian Umberto ha sensibilità, creatività che non dovrebbe lasciare perdere, poiché il poeta è colui che conserva stretto nel cuore le impronte di ciò che lo circonda e vive, mettendoli sulla carta in versi duri o armoniosi, malinconici o ribelli. Dunque non è vero che sui giovani la poesia non abbia più presa, sono forse solamente più timidi. Tirare fuori le emozioni segnano una traccia che appartengono alla storia personale di ognuno di noi

Questo concorso fa dunque largo alla creatività dei giovani. (filastrocca dello stesso autore)


CESARINA GIUSTOZZI  L'autrice risiede a Macerata, le sue poesie sono gradevoli alla lettura e si presentano raffinate nel loro insieme. Cesarina Giustozzi si muove nell'ambito della poesia in un vissuto che ha sguardi fugaci ma attenti all'esterno del sé, in quel mondo che la circonda. Interessante il linguaggio, soffuso radicato nelle problematiche dell'esistenza umana e nella sua realtà femminile, dove in alcune poesie traspare una malcelata ironia sul mondo della donna forse ferito come si legge nel poema "La città delle Donne" e nella "Invasione barbariche", scelte tra le molte liriche, tutte intriganti molto sentite; frutto di impegno e di assidue attenzioni alle rifiniture delle liriche.

Poesia: LA CITTA' DELLE DONNE  - POETESSA: CESARINA GIUSTOZZI

 

Chiamale

abissi

di luce,

dalie pazienti,

madri coraggio,

nevi candide

di San Vicino.

 

Ma

il bianco

si sporca

al buio,

nelle corsie,

nelle periferie.

 

 

 

 

 

Labbra

lividi

e graffiti

tatuati

come Maori

sui metrò

della memoria.

 

Donne in carriera,

veline

di carta,

quote rosa.

 

Non una

ma

molte donne

in una.

Collage di Ele Pauletti

Commento.

La poesia della poetessa Cesarina Giustozzi si muove nell'abito del suo vissuto con sguardo fugace, ma attento all'esterno del se, in quel mondo che la circonda. E' interessante il linguaggio suffuso come si può leggere su molte altre poesie che ci ha inviato, quasi tutte una malcelata ironia sul mondo femminile, forse ferito. Come si legge nel poema "La città delle Donne", il "Guerriero" e altre, poesie tutte intriganti molto sentite, ci piace riportare la poesia intitolata la "Poesia" una lirica che è espressione autentica d'amore per le rime come le poesie che sono indice di questo concorso. dottoressa Cinzia Biffino

 

 

   
PER TUTTI I FANS DEL CANTANTE ADRIANO CELENTANO, SCRITTA SEMPRE dalla POETESSA: CESARINA GIUSTOZZI, CIACCHE' ANCHE NOI LA PENSIAMO COME LEI LA TRASCRIVIAMO
Poesia: Celentano

Eri

un bambini inquieto,

fiore rosso

senza pudore

sul balcone

della via Gluck.

 

Ogni sera,

ogni momento

ti saziavo

del mio mare

 

E' rock

averti fatto

uomo.

 

Commento. Chi non si ricorda la trasmissione "lento, rock" che il "Molleggiato" ha condotto sulla Rai I l'anno scorso. Noi siamo d'accordissimo che sia la trasmissione che Celentano sono Rock, come speriamo che grazie a voi diventi rock anche questo concorso.

PS non facciamo commenti su chi è lento...


 
Dall'Argentina ci ha inviato le sue liriche il Prof. Ambasciatore Giovanni Jannuzzi. Tra le molte sue meritevoli rime abbiamo estrapolato questa poesia a tema libero.

Poesia: LO ZODIACO

Lo zodiaco è un caffè

nascosto in cima a Mote Mario

e porta bene il suo nome,

ché vi accadono a notte intrighi astrali

e siderali inganni.

Roma sta ai piedi, torbido

nido di luci.

 

Non si vedono stelle

in quel cielo abbuiato di città.

Sono straniero, perso

nell'inverno della memoria.

Il caffè si è freddato nella tazza

(ci sono sere così, piene di trappole).

Commento: il poeta sembra, in questa poesia, credere all'influenza che gli astri hanno sugli uomini. Poi, la sua parte razionale lo porta a fare confronti e, ci fa comprendere nelle sue rime che il destini può essere deciso dagli uomini "...nell'inverno della memoria..." ci fa capire che le trappole e le cose serie non sono nel cielo disegnate, ma qui in terra con il nostro libero arbitrio.


Poesia: Ecce Homo         Autore: Legnino Riccardo

Quando è nato in te

uomo l'istinto di appartenenza

di prendere e non dare?

Non ricordi uomo, che la terra ti formò

che per ultimo il cielo ti concepì.

Aprendo gli occhi sul mondo

vedesti immense foreste

alte vette innevate

ricche di fiori e frutti

I fiumi che scendendo verso il mare

formavano prima magici laghi di acque cangianti.

Atmosfere emanavano ritmi e pulsioni vitali.

 

Quasi simili a te, gli animali.

la fame, la paura vi rese aggressivi,

ma se saziato l'animale si acquietava,

tu uomo iniziasti a provare una fame diversa.

L'istinto di appartenenza

ti fece abile a costruire tranelli

con la scoperta del fuoco ti sentisti il padrone

unico dominatore iniziasti a distruggere.

 

Fu la paura a farti dominatore

o fu invece quel piccolo ego

che ogni giorno divorando in te il senso del giusto

diventava sempre più grande obbligandoti con il tuo io

a segare confini sempre più grandi per te

riducendo a minuscoli spazi il vivere degli altri.

 

Commento: è una lirica che immagina con metafore crude e struggenti l'evoluzione a ritroso dell'uomo padrone, che riveste di angosciose sensazioni piene di significato appare le illusorie escalation su tutto il creato. Una poesia che si avvalla di figure di forte impatto e che riesce a coinvolgere lasciando ampio spazio alle creatività, implica doverosa la domanda: quale sarà la sorte del mondo se l'uomo non cambia atteggiamento verso i suoi simili e la natura tutta.


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© Sigillo Poeta 2006