|
||||||||||||
LIBRI EDIZIONE SIBILLA |
| |||||||||||
| ||||||||||||
visitate in nuovo sito di vendita online oggettistica fantasy e Medioevo
|
|
||||
Poesia: SULLE ROTAIE - AUTORE: CRISTIAN UMBERTO (scritta a 12 anni)) | ||||
Vola Il treno vola Volando E ragionando Atterra come un disco Non paga il fisco. Beve olio non pepato Grosso quanto uno sformato. E’ un treno cortese Che lavora tutto il mese. Affronta il pericolo Con il suo veicolo. Va sempre contro il rischio E si sveglia con un fischio. Si ferma alle fermate Con tante sbuffate Ha un grande motore Che fa tanto vapore Forte e grosso Quando cammina diventa rosso. Il suo motore scherza col fuoco Come un cuoco. Ad ogni corvetta Lui fischietta. |
|
|
||
Commento: Questa poesia "filastrocca" sempre scritta dal giovane poeta Cristian Umberto fa un confronto tra il treno guidato dal macchinista con il cuoco, che pur lavorando entrambi con il fuoco, sono felici di poter rallegrare le persone, l'uno portandoli lontano, l'altro facendo degustare il cibo. |
||||
|
||||
EMANUELE MINETTI
Nel concorso di Poesie "Sigillo dei Poeti 2007"
abbiamo molti giovanissimi poeti. Emanuele Minetti è uno di
questi, che oltre a scrivere singolari ed ispirate poesie e
anche un bravo musicista cantautore, ha un suo complesso dove
suona nei locali a Genova. Il nostro giovane artista è stato due volte baciato dalle Muse: la musa della poesia e quella della musica. Cosa dire di Emanuele Minetti? Un artista autentico con "A" maiuscola. Artista che ha degli obbiettivi nella sua vita: dare voce e corpo all'arte, cosicché il suo impegno si configura vario, poliedrico, ma non certo dispersivo. Poeta vigoroso e all'occasione nelle sue liriche pungente, oscilla tra forme moderne, di forte effetto simbolico e forme tradizionali, talvolta persino arcaiche, sopratutto nelle scelte lessicali. Poesia: ALIENAZIONE - AUTORE: EMANUELE MINETTI |
||||
Sono come un immenso giardino fertile, su cui qualcuno ha piantato misere pianticelle o bellissimi fiorellini di breve vita.
Che dunque qualcuno vi pianti un grande albero, che duri nei secoli a venire, sotto la cui ombra siederanno gli innamorati, per rifugiarsi in una più fragile realtà.
Ma può luce oscurare l'ombra? |
||||
Commento: il poeta in questa sua lirica prende spunto dal macrocosmo (la Terra), perché in effetti l'uomo (microcosmo) è un universo in miniatura. In questi due mondi crescono molti tipi di piante, dalle più salutari alle più velenose. Ma chi coltiva il proprio "giardino" siamo noi stessi, e non un ipotetico qualcuno, in parole povere coltivando alcune piante (inclinazioni, scelte, ecc.) lasciandone morire delle altre o piantandone delle altre ancora. Il poeta spera in qualcuno che pianti un grande albero, un qualcosa di durevole che resti nel tempo, sopratutto desidera nella sua lirica di fare qualcosa per essere di utilità ad altri; ma siamo noi responsabili di ciò che facciamo o delle scelte che prendiamo, magari lottando con chi più amiamo per fare valere "...bellissimi fiorellini..." possibilmente non di breve durata, man mano che si procede attraverso età ed esperienza il piccolo universo chiamato uomo si presenterà vittorioso o perdente. La sua "alienazione" è una speranza, la domanda che conclude la lirica esce spontanea dal cuore del poeta "...ma può luce oscurare l'ombra..." |
||||
|
||||
Poesia: MUSA - AUTORE: EMANUELE MINETTI | ||||
Non sono io il tuo più sensibile amante? Non sono io, quello con cui amoreggi quando non hai più sfide da affrontare? Sulla cui spalla di appoggi... Per commuoverti di tragedie mai vissute.
Mi riponi in un forziere pieno di gioielli, sapendo che sarò il primo che pretenderai, quando stanca sarai di gioire...
Ed io tradisco, con te, la mia anima, dandole ogni tanto il piacere della conquista. Disturbando l'inaspettato connubio con il corpo in cui dimora, di cui è innamorata. E' un tramonto il cuore mio, ma ancora spera.
|
||||
Commento: il poeta invoca la Musa,
si definisce di lei amante (amante come condivisione) e come una
amante nel senso esteso della parola, si sente tentato quando
lui si allontana pensando ad altro, quando si allontana pare al
poeta di "tradirla" con se stesso con la sua anima, quando non
ne ascolta la sua voce ispiratrice. Un vero connubio d'amore,
visto come il nostro giovane poeta, nelle sue molte liriche ne
viene influenzato e coinvolto. La fine della poesia fa
comprendere la delusione quando l'ispirazione non arriva e sente
nel suo cuore il tramonto, come il solo che si inabissa nel mare
lasciando posto al buio della notte, ma anche nel buio il poeta
spera ancora che ritorni la sua Luce. Nota: Ma chi sono le Muse? Nel panteon greco-romano erano niente meno che le figlie di Giove, il re degli dei, che innamorato di una mortale, Mnemosina, la vede di nascosto sul monte Pierio, travestita da pastore, per evitare le ire di Giunone moglie di Giove. Anticamente erano tre, successivamente se ne ricordano nove, attualmente si è aggiunta la decima: il cinema. Le prime tre presiedevano: la poesia, la musica, la danza e in generale tutte le forme del pensiero artistico. Le Muse se invocate proteggono gli uomini, aiutandoli a persuadere con le loro ispirazioni i re, i papi e tutti gli uomini di potere, perché attraverso le arti che trasmettono placano dispute e lotte, donando a chi le ascolta l'oblio delle pene e degli affanni. Esse intervengono tramite i poeti e artisti a tutti gli avvenimenti festosi della vita |
||||
Poesia: EGO AUTORE: EMANUELE MINETTI |
||||
E quale migliore offerta, al marmoreo altare, che un quadro di se stessi!?!
Peccato che non sappia che colore scegliere, per rappresentarne il mio più vivo entusiasmo...
Commento: siamo tutti così presi dal nostro ego, che ci dimentichiamo chi o cosa siamo e che ci piace veramente fare. Il poeta offre a questo ego tentatore e mistificatore un altare, in questo modo egli può meglio vedere se stesso, solo che non sa chi è, e cosa vuole veramente. Da sempre si dice che la realizzazione del Sé individuale giunge dopo la caduta dell'ego, che è tutto ciò che gli altri, dalla nostra nascita, fino a quando non saremo diventati consapevoli ci portiamo dietro. L'ego cade quando si comprende cosa veramente ci rende felici a costo di fare scelte drastiche o allontanarci da chi amiamo, per precorrere la strada che veramente sentiamo. In questo modo abbiamo ucciso l'ego e trovato il nostro Sé individuale |
||||
AUTORE: ITALO CORTI Nato a Milano, ma genovese d'adozione, come si definisce lui stesso; un libro di poesie pubblicato: "Sogni, pensieri... Forse poesie", dal 2002 pensatore e... aspirante poeta? E' dunque un poeta più tosto insolito, perché il suo stile è tenacemente fortemente arcaico, o inventore di sogni, che per altro dimostra con una bella cultura, mostra composizioni che muovono nella sua personale sensibilità, dal sentire emozioni forti di una voluta semplicità, ma non certo privo di lampi di raffinatezza.
Poesia: LA Sabbia Ho scritto un nome sulla sabbia, ho impresso un'orma colma di desiderio; poi d'improvviso il fruscio dell'onda che prima sale e poi ripiega cancellando tutto. La mia memoria va nel gioco di quel onda: scrive e cancella il bello, il brutto, il tanto e il poco. Non c'è memoria se ti colleghi ai sogni, ma solo sogni persi e senza gloria.
Commento. Il poeta affida i versi il suo sentimento accorato e la pena per una realtà che sembra integrarsi al sogno, fatta di tempi senza tempo, ma nel desiderio acuto che la memoria non la cancelli del tutto. Con il desiderio di felicità si cela un barlume di ottimismo, di sapere scindere dove inizia il sogno e dove la realtà. |
||||
STEFANO GUDERZIO Genovese di nascita, coglie l'illuminazione poetica abbastanza presto, speriamo che coltivi questo interesse, come ne sta coltivando altri. Come può non amare il mare, un genovese, descriverlo in una composizione poetica, soffermandosi sui suoi numerosi aspetti, solo chi "vive" il mare come lui, il mare è anche un solidale e comprensivo compagno di vita, che può offrire motivi di dolcezza alle persone affrante dai pesi dell'esistenza. Una bella interpretazione del mare e sulla sua grandezza, che in lui denota amore e sensibilità lirica.(O ma o l'ha o seu nomme) POESIA: PENNE E AMORE Autore: STEFANO GUDERZIO |
||||
Ho comprato due penne una per gli amori belli l'altra per quelli da non dire, la seconda è consumata da non so più quanto, la prima e lì accanto alla carta, pronta, da non so più quanto, nel cassetto, chiuso, accanto al letto.
Commento. Se scrivere un pensiero ci fa riflettere su un ricordo e, se le emozioni provate rimangono incise, il tempo non ha nome, se ci porta a riflettere, magari solo per un attimo, riportandoci un ricordo, un emozione, allora, per il poeta ma anche per chi legge, è gia poesia! |
||||
Poesia: Voglia di Libertà Autore: Palma Tedone
Hai danzato sul mare l'acqua si è placata diventando uno specchi e tu hai roteato come fa una trottola tutto intorno ti è girato il tuo vestito rosso nel mare si è specchiato ed un po' ti sei rattristato.
Sei poi volato in un prato il sole era alto ed in cerca di ombra sei andato sotto un salice piangente ti sei riposato. Cercavi la saggezza hai trovato sofferenza. |
Deluso, vuoi andar via ancora vuoi danzare quel salice piangente troppa ombra ti faceva.
Il sole ardeva nel cielo ti bruciava, ti accarezzava. stanco sei tornato dentro dentro di me ai ripreso i battiti normali ed in un sussulto mi hai detto non temere c'è sempre domani.
|
|||
Commento. La poetessa parla a se stessa, anzi al suo cuore che ogni tanto cerca la felicità attraverso la materialità della vita, dimenticandosi che siamo fatti anche di materia; brevi attimi, poi si rende conto che al suo cuore manca l'amore, quello vero e totale che lei sa donare, ma non riceve. Il tutto nasce dal senso della vita come limite, inganno, delusione, ma non priva di speranza in un domani. In questo modo la poetessa placa il suo cuore, "lo tranquillizza", le dà la forza di continuare a vivere. E' una poesia ben espressa, certamente frutto di introspezione.
SILVIA MASETTI
Lascia parlare i tuoi occhi quando non trovi le parole, che si aggrovigliano come sbuffi di mare prima di nascere e di correre al sole.
Forse un mattino l'azzurro del tuo sguardo ti ha avviluppata fino nel profondo, forse hai sentito facile il traguardo di affrontare, in un tuffo, un nuovo mondo.
Dicono che sia troppo dolce il canto che dagli scogli levano le Sirene ma è una promessa fragile soltanto, a cui succedono lacrime e catene.
Forse una ninfa ti ha presa per mano e hai giocato con lei come un'ondina, come una figlia dell'immenso Oceano, tra una Nereide e una stella marina.
Ma le vere radici di ogni uomo sono tenaci come le ginestre; stringono il cuore anche nel frastuono: e tu torni tra i fiori, ondina terrestre!
Commento. residente a Genova, con questa lirica porta il suo sognare a chi la legge, poesia che affonda le sue radici con i voli della fantasia, dai tono gentili, riesce con buona impostazione stilistica e ritmo pacato a immettere nei suoi versi il variegato, intenso mondo del fantastico, componendo una lirica di buona qualità espressiva, simbolico e immagnifico, pervaso da un diffuso romanticismo "... forse una ninfa ti ha preso per mano - e hai giocato con lei come un'ondina..." le ondine sono le abitanti del acque salmastre, le ninfe delle acque dolci e come il mare sono solidali e comprensive compagne quando ci si mette in contatto con loro, di cedevole dolcezza alle anime affrante. Una poesia ben variegata, un susseguirsi di contrastanti emozioni del suo seguire, con ritmo che si differenzia dalle prime strofe per il peso maggiore dei toni poetici.
GENI VALLE La poetessa si definisce vagabonda sedentaria, ha una professione che le permette di viaggiare incessantemente... probabilmente nel mondo dell'inconscio. Neuropsichiatra e psicologa infantile, membro Ordinario della Associazione Italiana di Psicologia (A.I.P.S.), dichiara nel suo libro edito dalle Edizione Magi, che durante una sosta ha catturato nella poesia gli odori della crescita di madri e bambini. Vive a Roma, ma le sue radici affondano nel "terriccio" toscano. Le sue composizioni sono di media lunghezza, sobriamente espresse e attentamente controllate nell'esposizione del sentire ispirato e nel linguaggio sono soprattutto annotazioni in lirica di riflessioni e di un ricco vissuto fortemente sentito.
Poesia: RICHIAMO PER FATE
Nel tempo delle vampate sogniamo richiami per fate; pare un sonaglio per gatte: c'è chi ci prende per matte.
Questo rimedio nostrano scaccia il dolore villano; è l'arma più femminile: acuta, segreta, gentile.
Quando la vita è sgarbata, se il trillo finisce in risata è segno che sappiamo ascoltare, oppure che siamo le fate.
Commento. una lirica che ci invita a credere alle fate, o meglio ad un "rimedio nostrano", ossia alla nostra parte "magica", che sa creare mescolandosi alla parte materiale della nostra mente un ponte nel fantastico. Voglio citare la saggezza di mia nonna per quanto riguarda le fate "...mi hanno detto che le fate non esistono" La nonna sorridendo rispose: "Coloro che ti dicono questo è perché vogliono che tu non credi nelle fate. Se tu non credi, loro non ti possono aiutare..." (Dal Libro: La Signora del Gioco). Ecco che la poetessa possiede un sonaglio per richiamarle, questo piccolo sortilegio "...scacci il dolore villano..." una bella effusa composizione, che sembra tendere in ultima analisi alla fiducia in noi stessi "... è segno che siamo ascoltate, - oppure che siamo le fate." Termina così questa singolare poesia, costruita con versificazione sorvegliata e suggestiva.
Poesia: ALTRE SCELTE
Se fossi rimasta zitella fare quattro salti in padella, fare tutto quello che mi pare e non dovrei più parlare; se fosse il silenzio pesante mi fingerei una cantante, "verdiana", sotto la doccia perché nessuno si scoccia; ma non potrei dimostrare che posso tacere o parlare... quando mi pare.
Commento, lirica decisamente ironica, sulla condizione di certe donne maritate, ma come diceva un antico detto: "Arlecchino scherzando diceva la verità!" e la poetessa in modo ironico e scherzoso dice la verità su situazioni famigliari che certe donne vivono desiderando la libertà di pensiero e sulle piccole situazioni della vita a due "... se fossi rimasta zitella... farei tutto quello che mi pare... e non dovrei più parlare..." E' soprattutto testimonianza che la donna ha sul matrimonio, come scrive la poetessa che è psicologa e neuropsichiatra nel ascoltare gli altri ha una visione diversa della vita. Una delle funzioni fondamentali della coppia, come scrive la poetessa, e quella di favorire l'espressione dell'individualità. Nel susseguirsi delle brevi strofe di questa lirica il verso sembra comprimersi affidandosi ad un interiore monologo. Così, la lirica non è solo agile e gradevole, ma anche molto significativa. EMILENA CARDI CIGOLI Residente a Genova, questa poetessa esprime se stessa e i suoi sentimenti. E' poeta d'emozioni forti, di intense suggestioni. Le sue poetiche un po' tristi riguardano il tema dell'amore, e procede per libere associazioni mentali e per sensazioni che risvegliano l'ispirazione creando immagini talvolta isolate tra loro, ma significative da un susseguirsi di stati emozionali, e il modo per rendere palese i moti che animano il suo cuore.
Poesia: PRIGIONIERA
Si perdono i giorni nell'ombra dei ricordi nei desideri mai raggiunti, in una distanza troppo grande tra me e i sogni. Sento il tempo che scorre veloce mentre sfinita conto le ore, e resto immobile a pensare prigioniera del mio silenzio. Ma vorrei andare via, fuggire lontano dal dolore di una porta chiusa per sempre. Ora è tardi per continuare a sperare. Tu non ritorni.
Commento, il rimpianto domina su tutta la composizione e si stempera nell'ombra dei ricordi, nei desideri mai raggiunti, e da corpo alla realtà, annulla il sogno e costringe la poetessa ad abbandonare ogni illusione. Quel tempo perduto "... sento il tempo che scorre veloce - mentre sfinita conto le ore - e resto immobile a pensare..." Quel mondo perduto non tornerà più, neppure con il ricordo, e il rammarico dominerà per sempre il suo cuore. La poetica si esprime con stile lirico, inusuale e personale.
Poesia: OMBRA D'AMORE
L'afa colorava l'aria di bianco la sabbia e le pietre bruciavano. E c'era la gioia intorno di chi scherzava, di chi rideva, c'era freddo dentro di me. Ho fatto qualche passo nella sabbia tra la gente che non guardava, come un'ombra silenziosa che cammina nella notte ma non sa dove andare, come un'ombra d'amore che si è persa nel buio io ti cercavo.
Commento, quando un sentimento finisce c'è la lacerazione interiore che difficilmente trova conforto, anche se le pietre bruciano al sole, la poetessa sente freddo: il freddo di un cuore solitario che cerca l'amore e gli amari pensieri prendono il sopravvento "... non so dove andare - come un'ombra d'amore - che si è persa nel buio..." Elegante questa composizione che si muove per lampi lirici senza dilungarsi in descrizioni. Il risultato è triste, ma armonioso, una composizione lirica che ha il pregio del controllo emotivo pur nella chiarezza del sentire. ROMANA BARBIERO Questa poesia dedicata al proprio padre si accentra sulla contrapposizione dell'amore per il padre e il suo ricordo. La poetessa lo ricorda nei momenti più felici vissuti insieme, lo ricorda sorridente vicino agli alberi maestosi, o fiero e orgoglioso nell'Aula Magna, quando il suo mondo ruotava insieme a lei. Poi il ricordo la porta alla tristezza della dipartita "...tanti momenti a cui pensare - ma gli ultimi... come li vorrei scordare!" Conclude la rima sentita e vissuta da un grande amore figliale. La poesia evoca con varietà d'emozioni che e propria di questo stato d'animo le varie fasi significative dell'amore figliale e lo rende concreto e palpabile.
Poesia: A MIO PADRE Ti ricordo là, vicino a quegli alberi, alti e maestosi, sorridente.
Ti ricordo là, in mezzo all'erba verde, sereno.
Ti ricordo là, nell'Aula Magna, fiero ed orgoglioso.
Ti ricordo là, in quel letto d'ospedale, il tuo sguardo spento.
Tanti momenti a cui pensare, ma gli ultimi... come li vorrei scordare! DONATELLA DE NICOLO' Nasce a Genova dove ha studiato e vissuto fino al 1983. Vince una borsa di studio della facoltà di lingue, grazie a questo va a studiare a Bordeaux, super il concorso della Banca D'Italia e si trasferisce a Torino, ritorna nella città natale dove tutt'ora lavora in Banca. Scrive poesie dal 2002 finalista di numerosi concorsi, attualmente l'ha coinvolta la musa della pittura. Le sue poetiche narrano gli accaduti di una vita non sempre lieta, talvolta pervasa da problematiche e motivi di tristezza, ma, dalle sue rime si riesce a intuire la forza interiore che sostiene il suo vivere. La poesia, quindi, ha per lei una funzione catartica e rasserenante. Temi coinvolgenti e adatti ad una autentica liricità.
Poesia Attesa Esplosione Sprazzi abbaglianti Voglie Sfoghi Meditazioni astratte Panchine Pioggia Uomini Ribellioni represse Perle Scintille di specchi Istanti di immenso Evasioni di marzo A te che sai Briciole Senza te Percezioni Lacrime Disordini Preghiera Distacco Il deserto nell'anima L'abbandono Cris
Commento, questa lirica espone con sobria eleganza una serie di sensazioni che provengano alla poetessa dall'attesa alle evasioni di marzo per finire con il distacco, il deserto dell'anima, infine all'abbandono. L'autrice narra l'emozioni di una amore e l'accoglie in sé quale simbolo di vita, nella quale la felicità e il dolore si alternano in un continuo avvicendarsi. All'improvviso, però, il senso di solitudine e di abbandono si insinuano nel suo cuore. La lirica evoca con varietà d'emozioni, che è propria di questo stato d'animo, le varie fasi dell'amore, rendendole palpabili e concrete.
Poesia: A TE CHE SAI Ore volate via, trascorse in un momento per pesare di meno sui pensieri di domani. Ore consapevoli del proprio futuro corto pochi giorni.
E le canoe scivolano sull'immobile distesa scura sfiorando l'acqua coi remi, accarezzandola dolcemente.
Angosce che si affacciano ogni volta più prepotenti. Mi assalgono, mi sconfiggeranno.
Commento, le ore che volano via parlano al poeta con il tacito linguaggio del cuore, ma sono sofferenza nel momento che diventano "...ore consapevoli - del proprio futuro - corto pochi giorni..." Il giorno ben costruito della metafora della vita e ben articolata in tanti particolari legati ad un'illusione velata di speranza. L'insieme è una suggestiva, controllata, sentita visione dell'esistenza.
CARLO CHIONNE Le composizioni di questo poeta colgono le illuminazioni di chi sa masticare la poesia ispirata. Il poeta nelle sue liriche non si lascia mai andare nella banalità lessica, anzi, le sue poesie hanno forme eleganti e sobrie, con assoluta proprietà espressiva, caratteristiche proprie di una liricità innata accuratamente coltivata.
Poesia: Premonizioni C'è qualcosa nell'aria questa sera: un penetrante odore di ginestra, forse è l'inizio della primavera, che già stamani batteva alla finestra coi primi raggi suoi, timido, un sole tra due nubi, sbucato, all'improvviso, mentre in giardino sbocciavano le viole, come nel volto tuo sboccia un sorriso.
Commento, lirica ricca di sentimenti legati alla natura e la gentilezza di porgerle al lettore, fanno di questa poesia un gradevole momento poetico. Si sente che è nata da una buona preparazione culturale dove sa mantenere in modo egregio la rima, i versi sono romantici, ma forte l'istanza di conciliare il mondo romantico con quello moderno.
Poesia: LEI ...e vivo il suon di lei (G. Leopardi)
Felici nella notte noi andavamo come se il canto nascesse dalle mani che andavano a intrecciarsi più lontano per accoglierci, intatti, l'indomani... ...non sapevamo ciò che ci attendesse e quando insonne tornava a noi la sera nessuno c'era di noi che lo sapesse, ma questo sapevamo: che lei c'era: c'era e ci colse quasi all'improvviso. c'indurì i cuori, ci spense gli occhi, ci annebbiò il sorriso e dopo tanti sogni, canti e voli ci ha lasciati inutilmente soli.
Commento, questa lirica è ricca di pathos, legata ad un abbandono si intravede nel leggerla e si percepiscono un caleidoscopio di emozioni, la gioia quando dice "... e quando insonne tornava a noi la sera ..." alla speranza e alla delusione "...c'indurì i cuori, ci spense gli occhi - ci annebbiò il sorriso..." Si sente l'amore e i tradimenti, alle paure e agli entusiasmi, rendono questa a poesia, forte e vigoroso, il sentimento del vivere.
Poesia: WAITING FOR...
Io sono, qui... e aspetto Alla solita fermata: tutti gli altri mi hanno detto che non è ancora, passata... ...e intanto osservo il paesaggio, mi distraggo, guardo intorno, ma non so se il mio viaggio sia di andata o... di ritorno...
Commento, speranza e attesa ci sono in questa sentita poesia che si distingue nella breve lirica, un'opera di buon pregio. Segue un buon ritmo e la rima nel finale "...ma non so se il mio viaggio - sia di andata o... di ritorno..." c'è tutta un'attesa decisiva molto significativa in questa rima. Nell'insieme è una lirica come una espressione della sensibilità artistica moderna.
Poesia: SCRIVERE UNA POESIA
Scrivere una poesia è come riaprirsi una vecchia ferita, mettersi nudi davanti alla vita, vestirsi di sogni, di canti, di voli: andare nel mondo ed essere... soli...
Commento, lirica ispirata, descrivere come la poesia riesce in poche rime a fare uscire il proprio Io - il poeta cerca di esprime se stesso, che molte volte sono frutto di esperienza vissute, intense emozioni - che proiettano all'esterno in una comunicazione tra sé e chi lo legge.
|
© Sigillo Poeta 2006