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LIBRI EDIZIONE SIBILLA

 

Sezione: Poesia Religiosa e della Spiritualità


 

1|CONTINUA>>|2

 

Autore: Legnino Riccardo

 

 

DOV’ERI?

 

Eccomi a te,

ancora una volta

dopo mille notti

insicuro

sbandato

peregrino

alla ricerca della verità!

Dov’eri?

quando i potenti decretavano la guerra?

Dov’eri?

quando il male lacerava la carne

dei miei fratelli

Tuoi figli?

Dov’eri?

quando la miseria, la fame

stendeva la mano

e questa restava vuota

Dov’eri?

quando un figlio moriva

nel cercare l’oblio di un mondo migliore?

Mi rivolgo a Te

il mio cuore ancora senza risposta…

Non so

cosa mi riporta a Te

a cercare

dopo mille notti

insicuro

sbandato

peregrino

risposte che non sapevo trovare.

Poi una luce:

Tu Padre

sei sempre stato presente

ci hai scaldato con il tuo amore

Noi quelli di sempre

distratti

sordi,

ciechi

hai tuoi mille richiami.

Adesso

davanti alla tua icona

sempre insicuro,

ma non più sbandato

ma pellegrino

mi chiedo:

             Io, dov’ero?

 

 

AL SANTUARIO

 

Non erano ripide

neppure molte

le scale

che dovevo salire

per giungere a Te

Madre

che chiamano Consolatrice

Solo

che dentro di me

non sapevo

congiungermi a Te

mutilata, confusa

era la conoscenza

che di Te avevo

 

Risvegliata

come da un sogno

mi trovai

hai tuoi piedi

 

Attraverso il Tuo volto

coperto dal manto

vidi

i tuoi mille volti.

I mille perdoni

per noi

tuoi figli

fuggiaschi e immaturi

 

I miei occhi

si persero nei tuoi

Madre consolatrice

si inumidirono

in un attimo,

fu miracolo!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Commento: con una lirica di forte impronta religiosa si rivolge a Dio con una testimonianza indiscussa di fede, dopo avere commentato il suo debole intervento, si rende conto che Dio ci ha dato in mano il mondo e il libero arbitrio attraverso il nostro comportamento e si domanda: cosa fa Dio per Lui e per gli altri. Poi comprende: certamente è per l'uomo molto più facile dare la colpa agli altri, invece di farsi un bel esame di coscienza


  Autore: Giovanni Jannuzzi
  Dall'Argentina ci ha inviato le sue liriche il Prof. Ambasciatore Giovanni Jannuzzi. Tra le molte sue meritevoli rime abbiamo estrapolato questa poesia spirituale.

POESIA: PREGHIERA

Dolce Madre, mi afferro al mio rosario,

Iddio sta in alto, eterno inconoscibile,

Tu stai tra noi, umana

fiammella che consola.

 

Rosa mistica, Madre di dolore,

strappa da me le spine più crudeli.

 

Stella del mare, veglia Tu su quelle

che amo, non lasciare che le sperda

il soffio di aquilone.

 

Tieni lontano il fulmine che annichila

dalla mia casa, tenda

precaria nel mio viaggio.

Torre d'avorio, fa che perdonato

sia il mio poco coraggio, il mio peccato

d'indifferenza e l'amore negato.

 

Salvami, o Immacolata,

dal mio inferno privato, dalla mia

inquietudine oscura. E così sia.

 

Commento: in questa poesia traspare una religiosità, una fede per la Grande Madre, il poeta la descrive come se la scorgesse in mezzo a noi, la sente protettiva Madre che perdona e consola, una Madre sia nel senso spirituale che in quello velatamente materiale (la Terra che ci nutre) e come ogni figlio nei momenti difficili chiede aiuto alla propria madre, quando si è disperati e a Lei, la Madre di tutti che si chiede aiuto. Il poeta fa con Lei un esame di coscienza, cosa che si dovrebbe fare tutti con umiltà, sapendo che più si è sinceri meglio saremo esauditi e consolati.

In sintesi una identificazione all'azione come soluzione all'inerzia esistenziale è la conclusione di questa poesia; ben composta, che fa pensare.

 
 
  Autore: CLAUDIO FULIN
  POESIA: AREIHGERP
 

Come riuscire a portare gli occhi al cielo

e parlare.

Come potete invocare un dio

e pregare.

Come fate a credere al nulla

e perseverare.

Qual è la giusta risposta che aspettate

se siete l'uno contro l'altro.

Qual è il segno divino che deve arrivare,

a chi, dove, quando, perché!

Sono millenni che aspettate risposte

che non arriveranno mai,

e quante religioni ancora inventerete

per fare altre domande.

Chiedete a tutti i vostri dei la pace

ma fate la guerra,

Chiedete la misericordia

dopo aver ucciso,

Massacrate i bambini

per la gloria dei cieli.

Come posso usare la ragione

dove la mia mente non arriva,

Come posso almeno sognare

un segno che mi dia una certezza.

Basta credere in sé stessi

Per avere fede?

Basta amare il prossimo

Per avere fede?

Basta sopportare la vita.

 

Commento: C'è molta delusione in questa poesia, dove il poeta mette in evidenza come le religioni tutte hanno fallito il loro intento: avvicinarci al divino. Quel suo desiderio di "fede", di volere credere nel trascendentale però non trova risposta.

Quanti di noi si trovano in questa situazione nei confronti delle religioni? Direi molti di più di quanto crediamo. Poesia che fa riflettere.

Vorrei però aggiungere che c'è molta differenza tra religione, fede e credere.

La fede è sempre una violazione del pensiero che mettono le varie religioni obbligandoci a credere; ma la fede deve giungere all'individuo dopo aver compreso in modo personale, vissuto che poi farà subentrare spontaneamente la fede quella vera, autentica per il Divino. Poesia sofferta, con uno sfogo spontaneo che il poeta rivolge a se stesso e a chi la legge, celando il desiderio di trovare risposte, per poter credere nel senso più esteso del termine


  Dal libro del ragioniere Giulio Grimaldi, nato il 2 Aprile del 1935 a Rovere Della Luna, in provincia di Trento ha vissuto il periodo della II Guerra Mondiale ad Imperia. A iniziato a scrivere poesie nel 1960.

LA FEDE

Arma meravigliosa di battaglia terrena

che sconfigge il male pur senza ferire

donando felicità e vita serena

a chi la possiede e chi vuole sentire

l'amore per tutti e la pace nel mondo

senza ricatti, senza vendette né condizioni

ma con il rispetto sincero e profondo

verso coloro che in avverse ragioni

l'han ripudiata o forse mai conosciuta.

Convinzione sacra che da sempre ripaga

tutti i mortali che l'hanno ottenuta

e che preoccupati dal mal che dilaga

le si stringon attorno ormai fiduciosi

che perigli e malanni vengan sconfitti.

E con rinnovata forza, giammai timorosi,

percorron la vita non curvi ma ritti.

Tranquilli fanciulli, poi uomini adulti,

è l'Eterno che vaglia, vigila e vede

che tutta la vita sia senza sussulti

per chi non dimentica e mantiene la Fede.

 

 

Commento: Abbiamo inserito nella sezione religiosa la poesia La Fede tratta dal libro di poesie del Ragioniere Giulio Grimaldi, perché pensiamo che fede e religione vadano in simbiosi. E' importante capire che in queste rime dedicate alla fede il poeta non ne specifici quale ossia: non spinge ad una religiosità cattolica, ortodossa, musulmana, ecc. Ma ad una religiosità esclusivamente vissuta attraverso la fede verso L'Eterno, unico Dio Creatore.

 

Poesia: Essenza     Autore: Palma Tedone

Se la notte

avesse i tuoi occhi

illuminerebbe il mondo

 

Se il mondo,

avesse il tuo cuore

non esisterebbe la povertà.

 

Se la povertà,

avesse le tue mani

ogni zolla di terra

produrrebbe grano.

 

Il grano,

si piega al vento

tu amore, non piegarti

tu sei,

la notte, la terra, il grano

tu, sei l'esistenza.

 

Commento: dal libro di poesie: "Amore, vento e Margherite" Ed. Sibilla abbiamo tratto questa belle lirica dal tema spirituale. Sembra che l'autrice veda la divinità in ogni cosa del creato, in forma panteistica e quasi con un dubbio chieda all'essenza divina di non piegarsi anche se ci sono persone che non sanno amare, nel susseguirsi delle strofe questa lirica sembra comprimersi affinandosi ad un interiore monologo.


Poesia: NON VUOLE CADERE... - AUTORE: LILIANA MARCHI

Non vuole cadere lo sguardo

oltre le altezze dei lecci antichi.

Si ferma sulla vite ramata

sul confine delle foglie

sulle pietre posate

sulla lumaca in fuga

e sul trifoglio tenace.

Si ferma al di qua

per non perdersi nel mare.

 

Commento: una vista allegorica della vita, in cui la metamorfosi della natura produce con alternanza di eventi, cambiamenti che agitano i contorni delle cose, poi tutto sembra placarsi nel pensiero del poeta per non perdersi nel mare dei ricordi, di conseguenza le parole della poetessa producono una immediatezza dei versi, ed è qui il pregio, il valore lirico di questa poesia.


Poesia: IL TAVOLO DEGLI AVI (Vibrazione nascosta) - Autore: GIAN CASTELLO

Nell'oscurare l'umida alba

la notte esortava agli spazi solitari.

i fili della luce e i radar

erano la conferma

che se si viveva al buio.

Andavo cercando un'avventura

di uomo o donna che fosse

una vibrazione in comune

poi tutto sarebbe stato bello.

Dov'era Napoleone esiliato

Cristo perseguitato

da uomini invidiosi della sua magia?

Le donne famose

piangevano le loro morti

e a poco servivano

i sospiri dei dormienti.

Avete cenato sul tavolo degli avi?

Avete trasgredito le regole sconosciute?

Siete sazi di miele e di limoni?

Vi siete ubriacati fino in fondo?

O ancora fingete?

Qui ancora da noi si usa tagliare la gola

ai disertori e ai bugiardi

ma voi siete di un'altra pasta:

servi e padroni, uomini e schiavi

leggo nei vostri occhi

l'ira che splende nei vostri anelli

ma le catene che portate

sono arrugginite.

Voi pensate: E' da molto tempo."

 

Commento: un incantata cruda visione in un'oscura umida alba, dove un esteso spazio che si dipinge nel suo enigma, come si riconoscono i nostri antenati, in una triste amara realtà. I profeti "...fili della luce e i radar erano la conferma che se si viveva al buio..." dunque un buio di chi non sa più scorgere, né profeti né grandi uomini. Il poeta nella sua lirica cerca nell'avventura un inesauribile sfogo per lo spirito, il morbido aspetto dei rilievi, come un miraggio dopo tanti silenzi e incomprensioni nella sua lirica si scorge il vero comportamento umano, ieri come oggi che ci viene svelato come un chiarimento, nella poesia riesce a far si che tutto non si svolga al peggio, così alla fine per-donare è per il poeta più facile, perché servi e padroni, uomini e schiavi lira si possa placare, ma soltanto dopo una giustizia divina che ne arrugginisce le catene, prima splendenti. Un messaggio che l'autore vuole dare narrandolo in forma poetica: l'andamento dell'ingiustizia umana di chi si crede più forte. Istruttivo, chiaro per il linguaggio, deciso e limpido, in cui le suggestioni donano attimi di riflessioni.


 

Poesia: IL SAPORE DI UN BACIO   Autrice: EMMA BARBERIS

Il sapore di un bacio

che sa di primavera

rimbalza ancora fra le mie labbra

giocando a nascondino

con un sorriso incauto ma delicato.

Delicato,

come il mio amore per te.

 

Commento: una poesie che trasmette a chi la legge la delicatezza e lievità di un bacio, il suo sapore è candido come quella di un'anima che sa amare nel senso esteso del termine. Pochi versi che sanno creare trasmettere serenità, forza: ma è un dono raro, e la poetessa ha trovato quella pausa e quel ritmo che sanno agire emotivamente sul lettore. Da ciò nascono le principali suggestioni liriche che si mescolano al contenuto dei versi.


Poesia: HO VESTITO D'ARGENTO...- AUTORE: MILENA FRASINETTI

Ho vestito d'argento il mio braccio

ho coperto la mia fronte di stelle

e guardo in alto, in alto.

 

Commento: una lirica che trasmette una evasione. I versi più che delineare una realtà tendono infatti a creare suggestioni, giocando in modo impalpabile per trovare una identità, non importa quale, ma guardando in alto l'autrice scorge uno slancio, un moto interiore che l'ha indotta a comporre questi semplici lineari versi di elevata ispirazione.


MATTEO DONDI

Si definisce amante della natura e delle arti, musicista e compositore. Scrive poesie dal 1994, è al suo primo concorso, mentre come musico ha pubblicato due incisioni discografiche, ha prodotto, scritto e diretto recitando un videoclip da un brano di un suo CD; è giunto secondo al concorso regionale, e ha ricevuto nomination al Premio di Videoclip italiano.

Le sue liriche sono istintive ed hanno origine a composizioni immediate, contrassegnate dall'intensità di sentimento mista a ironia e dalla necessità di esprimerlo in modo così forte che i versi corrono fluenti, ricchi e coinvolgenti. Un giovane scrittore, dunque, molto impegnato ed attivo, vivace negli interessi, tenace nel perseguire i suoi scopi, una personalità che fa ben sperare per il futuro della nostra cultura.

Poesia

Portali su in cielo, o Dio

profumali di grazia con passione

stringili al tuo seno, mio Dio

crescili nel sole del tuo cuore

questi anni leggiadri e tersi

persi nel buio accecante del rumore

che a brandelli riduce e morsi

dalla oscura legge del dolore

che incatena il fremito e il suo calore

alla straziante gogna dei rimorsi

vestili dei tuoi pensieri, o Dio

scocca l'ora del tuo immenso amore

o Dio, rendi eterno questo effimero tocco

liberalo nelle vellutate tele di ardore

che dipinge nei miei occhi il tuo nome.

Commento: la lirica manda vibrazioni che sono come fremiti di richiesta, di speranza e di fede, che altro non è un ricomporre di frammenti di vita che ognuno di noi si porta addosso "...questi anni leggiadri e tersi." Un andare poetico, queste rime propongono un dialogo prezioso con Dio, ma non è certo fine a se stessa, bensì densa di stimoli da suoni profondi, meditazioni consolatorie sulla effimera esistenza. L'armoniosa composizione dona una pacata e dolce malinconia.


PIERFRANCESCO ZEN

Nato a Padova dove esercita come avvocato - pubblicista sia di argomenti letterari che giuridici. Nel suo libro di poesie "I Giochi del Tempo" (Panda Edizioni) si trovano liriche importanti, nel retro del libro c'è una significativa scritta: "Il tempo come costante di una lirica di ricerca - dove bellezza e valori - stupiscano e giocano - con stridore con la realtà e la storia."

La sua formazione scientifica fa sì che la poesia sia molto coerente, precisa nei particolari, estremamente attualizzabile: ma non manca certo l'elemento fantastico, il sogno e la chimera che nella fantasia creano immagini suggestive. Forma elegante e sobria, esattezza di lessico, assoluta proprietà espressiva, sono liriche che trasmettono soprattutto di animo e di sentire.

Poesia: Abbandonato

Dio mio, Dio mio

   perché mi hai abbandonato?

  

Al termine di un altro millennio

   - ma l'epilogo può essere dramma

  d'una sola esistenza-

  i Cavalieri dell'Apocalisse

  per molto e molto ancora troveranno

  lembi d'anima e di terra

  da atterrire e devastare.

 

La Tua esistenza, non le profezie

   ci lascia tremuli nelle vaste ombre

   delle nostre grevi croci.

   Se si sente persino Dio solo

   e nella Sua unità lacerato

   come può credere l'Uomo

   di essere figlio e non disperare

 

Molti nel Suo silenzio

  cercheranno una giustificazione

  ma la Parola che è tramandata

  sarà come una freccia,

  sopprimerà in gola spiegazioni

  che il bianco cavaliere

  non vorrà udire oltre.

 

Molti si avvinghieranno a quei legni,

  anche i carnefici, vittime estreme,

  imploreranno una rapida fine

  e il vendicatore dal rosso manto

  li falcerà mentre si volgeranno

  a guardare sgomenti le impronte

  tracciate con il sangue delle guerre.

Molti tra i ruderi dei castelli,

  a difesa del loro regno eretti,

  tra gli zoccoli del nero destriero

  orgogliosi getteranno

  di una vita inquieta i tesori

  mai spartiti, nemmeno in carestia,

  con le schiere supplicanti.

 

Molti sconfitti dalle malattie

  dello spirito e del corpo

  li depositeranno putrefatti

  sul lento carro degli appestati,

  saliranno un livido crinale

  dove troneggia un verde guerriero

  pronto all'ultimo giudizio.

 

Alcuni infine, dopo che il castigo

  pur dai martiri invocato,

  sarà sceso con le stelle,

  nella pace del settimo sigillo

  capiranno e, nel ricordo

  di Cristo annullandosi per gli altri

  umanamente afflitto

  dall'abbandono e dall'atroce dubbio,

  pregheranno per potere iniziare

  a vivere una nuova lontananza.

  

 

Commento: frutto di una serie di riflessioni introspettive sull'Apocalisse biblica, questa poesia risponde al bisogno di rendersi partecipi sui pensieri profondi verso Dio e l'umanità, senza abdicare all'ispirazione lirica. Mentre una serie di impressioni pervase di afflizione simboliche sul destino dell'uomo già annunciato nella profezia. Ne nasce una composizione che si può definire "filosofica" nel senso che il poeta cerca di connotare e di dare ordine alla meditazione sul disegno divino che il Creatore ha per noi, suoi figli. Una lirica che induce alla riflessione, senza privare il lettore di forti emozioni; se molti sono gli eventi che ci allontanano da Dio, il poeta in questa lirica "criticandolo" lo cerca, e lo fa ovunque, soprattutto nei contrasti che ne assumono dimensioni tragiche, quando mostra la sua durezza, ma sono proprio in quei momenti angosciosi che Dio appare per l'esistere che fa sopportare meglio le cose.
Poesia: AMORE - AUTORE: Valerie Bruno

Amore

una parola così corta

e così grande

in cui vi è racchiuso tutto.

Di solito quando si parla d'amore

di un uomo per una donna

o all'amore di un bimbo

per sua madre.

L'amore dovrebbe essere

una cosa per cui gioire

e invece

quando io penso a questo sentimento,

così puro, chiaro

così poco frequente,

mi rattristo.

Si starebbe così bene

con un po' d'amore.

Invece,

sembra che la gente

preferisca quel sentimento

così intenso e totale

che è l'odio.

 

Io amo l'amore

e vorrei che tutti

potessero amarlo allo stesso modo.

Sarebbe così bello

se noi tutti

riuscissimo ad amare di più i fiori,

gli animali, gli anziani, i bambini

tutte quelle persone che hanno più o meno

bisogno di noi.

Forse se tutto questo potesse succedere

Dio ci amerebbe di più

e ci perdonerebbe.

E chi sa che in questo modo

quella cosa così orribile

che distrugge e annienta tutto,

comunemente detta guerra,

un giorno possa finalmente

finire.

 

Commento: poesia sull'amore nella sua vera espressione, invoca l'amore la poetessa quale pace dell'umanità, che l'uomo non sa più dare e trasmettere, inducendolo a perdere la serenità, la gioia, la forza di perseguire i propri fini e alla dignità che offre chi sa veramente amare tutto e tutti, di affrontare le vicissitudini, ma è un dono raro il vero amore, e la poetessa ha cercato di trasmetterlo attraverso le sue rime che sembrano essere scaturite direttamente dal cuore. La lirica ha andamenti irregolari, alternando versi lunghi, discorsivi, ad altri brevissimi, che segnano una pausa di ritmo apparendo più un brano che una vera lirica e quindi agiscono emotivamente sul lettore, da ciò nascono suggestioni ed emozioni altamente ispirate.


GIULIANA PETROLINI ARCELLA

Poetessa e pittrice, artista delicata e sensibile, sia nella lirica che attraverso limpidi e creativi quadri dove le pennellate come le parole esprimono l'amore per le cose piccole e grandi che siano. Nelle sue liriche si nota sobrietà di linguaggio ma anche una velata timidezza che rende un po' misterioso il suo scrivere. Membro della Accademia Culturale è stata premiata per i suoi dipinti fatti con le più svariate tecniche personali e creative, l'esperienza e la sensibilità pittorica si riscontrano anche nella produzione lirica, in cui le immagini vengono descritte. Lucidità di pensiero, chiarezza d'espressione: elementi che fanno delle sue composizioni liriche una poetessa che descrive momenti importanti nel panorama letterario dei nostri giorni.

Poesia: Preghiera

Un'altra notte arriva

annunciata dal sole che tramonta

penetrando l'immenso muro

frastagliato di nubi.

 

Ben presto l'oscurità

avvolgerà il cielo

ed io mi volterò indietro

stupita a guardare

un'altra pesante giornata:

ho servito umilmente

ho lavorato e camminato,

ho pregato.

 

Eccomi Signore,

con i miei limiti e le mie paure,

aiutami ad amarti

ed ad amare i miei fratelli,

io mi affido a Te,

sia fatta la tua volontà

in attesa di un nuovo giorno

o Signore,

di un altro grande

Tuo dono.

 

Commento: nel contemplare lievi solitudini la poetessa trova gli spazzi trascurati nella quotidianità e ritrova il Signore alla sera attraverso il pensiero, nel quale la poesia si annida quasi a proteggere l'anima dalle meschinità dilaganti. Alla fine della faticosa giornata, la ragione, per contro pare la giusta "punizione" per non essere stata capace di annullarsi nelle suggestioni del silenzio che conducono al Divino. Una lirica che dona emozioni, grazie all'ottima composizione dei versi, molto ben congeniati per una armoniosa comunicazione poetica.


Poesia - AUTORE: DUNJA TORRONI

 

Un lieve sussulto....

sento, forse, e non mento.

Amica mia,

anima cara,

il viaggio a due,

voglio sperimentare.

Musa o dea divinatrice,

prendimi per mano

e conducimi via.

 

Commento: quando l'amore per un altro essere si trasforma in rima, in poesia e, questo lo sanno bene i grandi poeti del passato che sono stati ispirati dalla musa della poesia lasciando i loro scritti che continuano a dare vibrazioni emozionali attraverso gli anni e i secoli. Nel susseguirsi delle brevi strofe di questa lirica il verso sembra comprimersi affidandosi ad un interiore monologo.


MARIA LAURA DURANTE

Scrittrice dai toni gentili, riesce con buona impostazione stilistica e con ritmo pacato a immettere nei suoi versi il variegato, intenso mondo interiore che le è proprio, e a comporre liriche di buona qualità espressiva e linguistica mai effusive, lineari e sapientemente vigilate.

Per sua scelta, e forse anche per carattere, compone poesie brevi, concise, ma intensamente sentite, in cui la sua liricità può condensarsi in versi che lasciano al lettore lo spazio per una personale interpretazione.

 

Poesia: GOCCE D'ESISTENZA

 

La neve

 

Muta al sole d'inverno

racchiude nel palmo

i segreti dell'esistenza

 

Il bosco

 

Nudo al vento dei monti

distende sul dorso

l'arcano dell'uomo

 

Candido è l'abbraccio

di luci e voci

sui verdi prati

naufraghi di vita

e imbevuta di sogni

 

Passerà l'eternità

nell'ora dell'oblio

sulla mia rotta

assetata di un Dio

vibrante di mistero.

 

Commento: la poetessa guarda la natura e ne subisce la magica suggestione, sembra cadere al di là dei limiti delle cose umane, per immergersi i quel infinito in cui avviene l'incontro con l'Assoluto nell'armonia cosmica. Una lirica che procura emozioni di annullamento terreno e di aspirazione spirituale, sia grazie alla dimensione dell'immagine, sia alle capacità della poetessa di controllare il lessico scegliendo le parole più eteree e sfumate, idonee al tema trattato.

 

Poesia: ATTIMI DI LUCE

 

Ubriaca di folla

che s'appiglia ad un sogno

ancor folle del cuore,

vorrei tingere d'alba

ogni amara esistenza.

 

E rincorro parvenze d'estate

rituffandomi in mari d'oblio,

dove un ponte soltanto congiunge

i reconditi lati dell'io.

 

Guardo in faccia ogni giorno che muore,

cerco il labile volto di Dio

tra insidiosi granelli di vita

e indicibili pulsioni di luce!

 

Commento: il cammino che conduce a Dio non è certo agevole, continuamente insidiato da dubbi, ma la poetessa lo percorre seguendo l'eco della sua voce: "... guardo in faccia ogni giorno che muore..." Una bella ed intesa poesia  che ha il pregio di saper sintetizzare in poche parole, dove la fede richiede impegno e fatica per non vacillare. Ne risulta un messaggio di elevato valore etico, nei versi vigorosi e armonici.

 

Poesia: L'ATTESA

 

Nel bagliore di questa notte

ti voglio incontrare:

che il Niente spalanchi il Tutto

e scenda l'Immenso

a rinnovare il cuore.

 

Fioriscano

le tenebre del non senso

nella Tua Luce di Pace

e ogni attimo

sia colmato d'Eterno.

 

Commento: magiche emozioni e forte desiderio che "... nel bagliore di questa notte - ti voglio incontrare ... che il Niente spalanchi il Tutto..." E la notte l'ora in cui la poetessa riesce meglio a percepire la presenza del divino, e l'ora tutta sua, attesa e desiderata ricca d'emozioni "... nella Tua Luce di Pace..." Nel suo insieme la lirica e di pensieri elevati, e di acuta nostalgia e desiderio. Una buona composizione, attentamente controllata dell'autrice per non alterare l'equilibrio che crea un senso di coinvolgente armonia.


MARCO DAMONTE

Le sue poesie sono ispirate, di media lunghezza, sobriamente espresse e attentamente controllate nell'esposizione del sentire, ispirato nel linguaggio. Nelle sua rime c'è una volontà di mantenere la fiamma della religiosità, del sentimento, nelle sue liriche c'è lucidità di pensiero, chiarezza d'espressioni, le tematiche più intime fanno da sfondo alla composizione, pervase da un gusto fortemente figurativo in una dimensione fuori dal tempo e dallo spazio, dove si muovono archetipi che dicono parole del sapore antico e insieme moderno.

 

Poesia: ORAZIONI MARI(A)NE

 

E quei rosari detti

sul dondolio dell'onda

scaldata dal sole

fra terra e cielo

tra mare e male,

con le Ave Marie

scandite da bracciate lunghe,

spruzzate sul viso, negli occhi

insieme ad acqua salata.

 

Commento: modo inconsueto di scrivere la poesia religiosa e spirituale. Con Questa rima l'autore ci fa comprendere che si può pregare la Grande Madre anche sul mare, le preghiere quando sono sentite ogni luogo è fertile per essere ascoltate "... sul dondolio dell'onda..." Così scrive il poeta anche attraverso il lavoro, la fatica di chi lavora sul mare "... con le Ave Marie - scandite da bracciate lunghe..." Questa poetica è veramente l'espressione di una sentita religiosità.

 

Poesia: GIOVEDI' SANTO

 

Lividore

sull'estremità delle falangi

e nel palmo delle mani.

Ante Coena Domini

in umida cantina

ho mesciato odorosa barbera

riempiendone preziose ampolle.

Ebro di festa

liquido sanguinolento

versato per la gioia umana.

Grazie.

 

Commento: una lirica che trasmette tristezza e verità. il poeta sfida con il suo pensiero, che produce tutte le emozioni, rimpianto, delusione su come l'uomo d'oggi festeggia il Giovedì Santo, il sacrificio di Cristo per liberarci sopratutto per modificare il pensiero dell'umanità ieri come oggi. Lo stile di questa singolare lirica è fondamentalmente segno di distinzione, dive la nostra vera identità è sconosciuta a noi stessi, segno di distinzione e della ricerca espressiva.


DANIELA LA TORRE

Le lirica di Daniele La Torre contengono tante belle metafore ispirate alle religiosità, dove Dio entra nel suo cuore come raggio di sole - energia ed ispirazione. Poesia sensibile la sua che con dolcezza e saggia gentilezza vuole comunicare messaggi di fede, speranza e monito per un comportamento umano e solidale.

 

Poesia: A PAPA'

Papà, tu sei tornato alla casa del Padre!

Papà dimmi com'è quella Casa?

Non ha tetto,

perché così si può vedere il cielo azzurro

Non ha pavimenti

perché poggia sui raggi del sole

Non ha pareti

perché deve unire tutti insieme

Papà! Allora cos'ha la Casa del Padre?

Ha l'amore di Dio

che è senza limiti.

 

Commento: questa lirica scritta con un affetto grande e sincero per il padre, contiene i misteri della vita e della morte, soprattutto: cosa c'è dopo la morte, misteri che sembrano contenuti nei sacri libri, i cui fogli sono scompigliati dal vento, le sue parole sembrano accompagnare il padre alla propria dimora che vive e comprende solo chi crede e ha fede. L'intensità delle parole, della ricerca interiore che la poetessa esprime di una fede assoluta e vissuta, dove viene espressa nella accettazione della Divina volontà. Una lirica ben costruita sobria nella scelta stilistica, elegante nel lessico. La poesia ci aiuta a pensare alle persone care che non ci sono più.

 

 

Poesia

Signore

quando non posso pregare

perché la mia mente è stanca

 

Quando non posso aiutare i miei fratelli

perché il mio corpo è malato

 

Quando sono egoista

perché mi sento la persona più infelice della terra

 

Quando non riesco a perdonare i torti subiti

perché sono troppo orgogliosa

 

Signore non mi abbandonare!!

 

Commento: in questa lirica si nota come le parole nate dal cuore possono creare rime che sono come preghiere, in questo modo aiutando gli altri aiutiamo noi stessi. La poesia si muove in un colloquio con Dio, in cui la poetessa confida, affida il cumulo delle sue riflessioni d'aiuto, delle sue forti emozioni di fronte agli eventi lieti e tristi che accompagnano la vita. Ne nasce uno spaccato di umanità, un susseguirsi di sentimenti che sono, sì, suoi personali, ma mai astratti e attinenti alla sua fede, una fede che dovrebbe avere ogni persona per superare i momenti difficili del nostro vissuto.

 

Poesia: AL RISVEGLIO

Quando mi alzo

o Signore

fa che io pensi

alla tranquilla notte trascorsa

e

alla giornata

che mi dai

 

Non permettere

che perda

inutilmente

il tempo

ma

conservandomi

in salute

fammi essere utile

a coloro che avvicino

 

Aiutami a pensarti

nei fratelli

che incontro

nella natura

che mi circonda

nel cielo che è

la tua magnifica dimora.

 

Commento: questa poesia - preghiera scalda il cuore, scritta con umiltà e saggezza, l'autrice si augura di essere d'utilità a coloro che avvicina, che l'anima sia presa tutta dal volere divino, e, Gli chiede di mantenere viva la fiamma del sentimento per il Tutto "... aiutami a pensarTi - nei fratelli che incontro - nella natura ...nel cielo che è la Tua magnifica dimora." La poetessa in questa lirica non si lascia mai andare, non s'abbandona alle effusioni, ma resta attenta nell'aprire il suo animo, badando alla forma e alla raffinatezza della sua produzione.


GRAZIANO CIACCHINI

Nato a Pisa dove risiede, ha partecipato a molti concorsi sia a livello locale che nazionale, alcune poesie sono state pubblicate. Recentemente ha scoperto di amare anche la pittura, del resto non è cosa rara che il poeta venga ad un certo punto ispirato anche dalla musa della pittura. Partecipa a questo concorso con un libro edito di poesie e dipinti dal titolo: "In Ombre" pubblicato da Pacini Editore. La sua poetica è ricca d'emozioni ognuna ispirate, questo autore e come una promessa della poesia, le sue liriche  entra in quel mondo in cui il lettore vive, non tende a trasferire i lettori a qualche di un mondo immaginario, tutti i temi coinvolgenti e adatti ad una autentica liricità.

 

Poesia: DI CONSIGLI

Nel corso del cammino

svaniscono maestri

 

E mi rifugio

 

da chi si eleva tale

ogni occasione

e vende cianfrusaglie

come nuove

 

Lasciami stare

ho perso molto tempo

nella vita

e sto pagando

la voglia di sentirmi

e di scoprire

l'essenza ch'è nascosta

da millenni

di sani pregiudizi

e di consigli

 

Commento: quanti falsi profeti si incontrano oggi, ci si rifugia quando l'anima è stanca, per ritrovarsi a capire che quel "maestro" non valeva nulla, allora lo si lascia per intraprendere un altro incontro che ci lascerà quasi sempre delusi. Bellissima metafora della ricerca del se, il ritmo agile e piacevole, lineare e discorsivo, attento all'immediatezza della comunicazione, pervasa di saggezza, acquistata nel travaglio del vivere. La conclusione di questa lirica si traduce nella presa di coscienza, che l'essenza Divina si deve scoprire da soli.


DONATELLA  DE NICOLO'

 

Poesia: PREGHIERA

Fredda giornata

di un'afosa esistenza:

stronca i forse e i no,

annienta le occasioni inopportune,

ti prego, distruggi il male.

Troppe tentazioni

volteggiano sulla mia testa:

finiranno per stancarsi

e riposare su di me.

 

Commento: particolare questa poesia, sia perché tratta un argomento spirituale, sia perché lo fa con insolita metafora che ne trasmette il contatto con il Divino, sente le giornate che ha davanti in un'afosa esistenza, invoca Dio "...ti prego, distruggi il male - Troppe tentazioni - volteggiano sulla mia testa..." Il cammino della poetessa è scivoloso, asperso di ombre, di dubbi e di silenzi, che possono minacciare la sua anima. Una lirica dove illusione e delusione, gioia e pena sono scandite con apprezzabile perizia evocatrice.


ROBERTO GENNARO

 

Poesia: EXCRUCIS  

             (12 GENNAIO 2007)

L'ultimo convivio prima di partire

Un cammino d'angoscia verso la morte

Appena iniziato e che vorrebbe finire

Piegandosi al volere del padre più forte

 

Seduti al tavolo ti attendono fedeli

Scalzi e impolverati da una terra benedetta

Ti chini e a ciascuno lavi i piedi

Come segno di umiltà dalla povertà eletta

 

Finite le abluzioni prendi in mano il pane

Lo spezzi con la destra e lo offri ai tuoi amici

Insieme al vino, il tuo corpo e il tuo sangue

Pagati anche per quell'anima traditrice

 

Passeggiando dopo cena trascuri la realtà

Nell'orto coltivato dai tuoi compaesani

Ti apparti solitario nella tua umanità

Tra gli ulivi che attendono tue tribolazioni

 

Ben presto ti desta il rumore delle armi

Giunge il tuo compagno che si fa ambasciatore

Ti bacia e con quel gesto ti consegna ai gendarmi

In catene ti conducono verso la prigione

 

Mentre carcerato attenti il giudizio

Ascolti il sussurro del tuo successore

Tre volte ti rinnega fino al giungere dell'inizio

Del giorno al canto del gallo delatore

 

Arriva il romano magistrato gentile

Ti ordina di rendere sincera confessione

Ascoltando le tue parole da re nel cortile

Si lava le mani da ogni decisione

 

Ti consegna ai soldati per l'ultimo dileggio

Circondato il capo con un diadema di spine

Flagellandoti ti schermiscono con il loro sbeffeggio

Mentre i sacerdoti osservano il tuo immane patire

 

 

Una croce di legno ti viene affidata

Le tue spalle caricate non reggono il peso

Nel cammino che ti porta verso il Golgota

Solo un uomo risolleva il tuo corpo quasi arreso

 

Steso a braccia aperte sul tuo duro patibolo

Ti inchiodano crudeli senza esitare

Issandoti verticale ti ergono a simbolo

Di una vita offerta nel nome dell'amore

 

Ancora una volta si fan gioco di te

Ti porgono una spugna intrisa d'aceto

Per toglierti la sete chiedendoti se

Il coro dei tuoi angeli ti ha abbandonato

 

Ascolti confessore il sincero pentimento

Di un fuorilegge crocifisso alla tua destra

Gli confidi che nella morte verrà il momento

Di entrare assieme a te nella casa celeste

 

Rivolgi i tuoi occhi alla donna ai tuoi piedi

E' sorretta dall'apostolo tuo prediletto

Sorridi vivente a tua madre e a lui chiedi

Di darle conforto stringendola al petto

 

Si avvicina la notte in quel luogo silente

Il tuo urlo lo strazia e rimetti il tuo spirito

Nelle mani del Padre, stella nascente

Che nella morte ripaga l'originario debito

 

Il tuo corpo sfregiato viene traslato

Avvolto in un sudario in una grotta rinchiuso

Una pietra a far guardia al tuo cuore addormentato

Che risorgerà a nuova vita dopo aver la morte eluso

Commento: scrivere il giorno della morte del Maestro Gesù in rime non e cosa facile, ma il poeta è riuscito a trasmettere portando con la sua rima sul monte degli ulivi e sul Golgota. Poesia ricca d'immagini e di suoni, una poesia che si accalora e si spegne a secondo delle emozioni che si susseguono intense e incalzanti in versi armoniosi.

 

 

JOSHUA

(30 marzo 2007)

C'è un pulcino appena nato che non sa di arrivare

In un mondo contagiato da una psicosi frenetica

Nell'accelerazione di un atomo da bombardare

Si interroga allarmato con una domanda amletica

 

Sono sceso sulla terra avvolto in una preghiera

Ero la luce del mondo conservato su una stella

Ora gli uomini mi schivano disponendosi a raggiera

Mi dimenticano al centro, appendice di una cella

 

La rete cibernetica mi collega al movimento

Globalizzo il bene e il male nello spazio di un secondo

Ma nella connessione mi è prescritto ogni intervento

 

Mi ritrovo profeta in un sentiero vagabondo

Spargerò pezzi di cuore in un alito di vento

Sperando di risorgere tra le braccia del mondo

 

Commento: questa lirica assume carattere di accusa "... Globalizzo il bene e il male nello spazio di un secondo..." Il poeta ha un concetto drammatico della vita, ne deriva così sul piano espressivo una frantumazione nel descrivere la fede, in cui si accumula i simboli, le immagini e fa della sua poesia una missione di fede.


LUIGI FORMISANO

 

POESIA: SENZA TITOLO

 

Signore,

dammi la forza per tenere sempre accesa

la fiamma ardente di questo amore.

Dona a me il coraggio

per vivere sempre,

ed a cuore pieno

i miei giorni accanto a Lei.

 

Che io possa essere,

piccola luce nei momenti bui

che potrà incontrare sul percorso,

voce dolce che accompagna i silenzi

che la vita le riserverà.

Fammi semplice nelle sue controversie

e pronto nelle sue esigenze.

Donami un cuore

capace di accogliere le sue sofferenze,

ed animo sufficiente

per alleviare le sue pene.

 

Ridestami nei giorni che sceglierò di utilizzare

per la semplice contemplazione di questo sogno,

affinché questo non possa mai esaurirsi

per inedia di se.

Guidami nei giorni nei quali del mio smarrimento

potrei far perdere anche Lei.

 

Fai più tenero il mio sguardo nelle nostre incomprensioni,

e più dolce la mia voce nei momenti difficili

che lungo il cammino incontreremo.

 

Indicami la via per poter percorrere ancora

e per sempre la mia vita accanto a Lei.

 

Commento: questa dolce e sentita preghiera, invocazione, trasmette metafore di spiritualità e di elevazione verso l'infinito amore del Padre. Così anche la preghiera sentita e scritta con versificazione di linguaggio e di emozione, sembra elevarsi con rime di fede e invocazione d'aiuto, senza bisogno di tradursi in parole scontate. Le rime sono un tramite immediato quando sono sentite come il poeta in contatto con Dio. Ma il Padre si deve ringraziare per ciò che ci ha donato perché c'è diversità tra preghiera e invocazione. Versi eterei e di elevato profilo lirico.

 

 

POESIA: INVOCO...

 

Madre bambina,

che accogliesti con fede semplice

il tuo santo destino,

volgi a noi figli

il tuo sguardo di compassione feconda

che tutto illumina e beatifica.

 

Invoco Te

Regina di pace,

Madre d'ogni madre

speranza di conforto perpetuo;

tendi a noi le braccia

che furon culla dell'Uom Divino

e come in quel primo dì

e in quei che dopo furono

offri rifugio

a chi in Te confida.

 

Guidaci

in quel tortuoso cammino

verso il giusto

che fu già tuo

nei faticosi passi

che ti portarono

al giaciglio di Betlemme.

 

Illumina

col tuo salvifico sorriso

gli oscuri antri

che in cuori di pietra

sordi alla tua voce

talora dentro di noi

insidiosamente mesti albergano.

 

Di ogni piccolo nodo

che nel terreno transito

la sofferenza dello spirito

a noi uomini regala,

grazie al potere

del tuo immenso amore

trame d'incanto

per la nostra anima tessi.

 

Accogli

sotto l'immenso manto

della tua misericordia

chi la Strada

lungo il percorso smarrisce,

affinché al caldo

della tua materna protezione

stella polare della nostra fede

nei nostri giorni futuri

tu sempre sia.

 

Commento: è bello leggere delle liriche ispirate e dedicate alla Madre del Mondo con la quale il poeta intrattiene rapporti emotivi di autentica fede. Le immagini create dai versi suggeriscono come ogni preghiera suggestioni profonde, sensazioni forti che il poeta prova nel pensare e invocare la Regina di Pace. Le immagini liriche hanno la capacità comunicare nel silenzio dell'anima: non sempre, infatti, le parole possono dare voce alla profondità del cuore, mentre la poesia - preghiera come dimostrano sa dire molto con la sua emozionante liricità.


 

 

 

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