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LIBRI EDIZIONE SIBILLA |
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Autore: Legnino Riccardo |
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DOV’ERI?
Eccomi a te, ancora una volta dopo mille notti insicuro sbandato peregrino alla ricerca della verità! Dov’eri? quando i potenti decretavano la guerra? Dov’eri? quando il male lacerava la carne dei miei fratelli Tuoi figli? Dov’eri? quando la miseria, la fame stendeva la mano e questa restava vuota Dov’eri? quando un figlio moriva nel cercare l’oblio di un mondo migliore? Mi rivolgo a Te il mio cuore ancora senza risposta… Non so cosa mi riporta a Te a cercare dopo mille notti insicuro sbandato peregrino risposte che non sapevo trovare. Poi una luce: Tu Padre sei sempre stato presente ci hai scaldato con il tuo amore Noi quelli di sempre distratti sordi, ciechi hai tuoi mille richiami. Adesso davanti alla tua icona sempre insicuro, ma non più sbandato ma pellegrino mi chiedo: Io, dov’ero?
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AL SANTUARIO
Non erano ripide neppure molte le scale che dovevo salire per giungere a Te Madre che chiamano Consolatrice Solo che dentro di me non sapevo congiungermi a Te mutilata, confusa era la conoscenza che di Te avevo
Risvegliata come da un sogno mi trovai hai tuoi piedi
Attraverso il Tuo volto coperto dal manto vidi i tuoi mille volti. I mille perdoni per noi tuoi figli fuggiaschi e immaturi
I miei occhi si persero nei tuoi Madre consolatrice si inumidirono in un attimo, fu miracolo!
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Commento: con una lirica di forte impronta religiosa si rivolge a Dio con una testimonianza indiscussa di fede, dopo avere commentato il suo debole intervento, si rende conto che Dio ci ha dato in mano il mondo e il libero arbitrio attraverso il nostro comportamento e si domanda: cosa fa Dio per Lui e per gli altri. Poi comprende: certamente è per l'uomo molto più facile dare la colpa agli altri, invece di farsi un bel esame di coscienza |
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Autore: Giovanni Jannuzzi | ||||
Dall'Argentina ci ha inviato le sue liriche il
Prof. Ambasciatore Giovanni Jannuzzi. Tra le molte sue
meritevoli rime abbiamo estrapolato questa poesia spirituale. POESIA: PREGHIERA Dolce Madre, mi afferro al mio rosario, Iddio sta in alto, eterno inconoscibile, Tu stai tra noi, umana fiammella che consola.
Rosa mistica, Madre di dolore, strappa da me le spine più crudeli.
Stella del mare, veglia Tu su quelle che amo, non lasciare che le sperda il soffio di aquilone.
Tieni lontano il fulmine che annichila dalla mia casa, tenda precaria nel mio viaggio. Torre d'avorio, fa che perdonato sia il mio poco coraggio, il mio peccato d'indifferenza e l'amore negato.
Salvami, o Immacolata, dal mio inferno privato, dalla mia inquietudine oscura. E così sia.
Commento: in questa poesia traspare una religiosità, una fede per la Grande Madre, il poeta la descrive come se la scorgesse in mezzo a noi, la sente protettiva Madre che perdona e consola, una Madre sia nel senso spirituale che in quello velatamente materiale (la Terra che ci nutre) e come ogni figlio nei momenti difficili chiede aiuto alla propria madre, quando si è disperati e a Lei, la Madre di tutti che si chiede aiuto. Il poeta fa con Lei un esame di coscienza, cosa che si dovrebbe fare tutti con umiltà, sapendo che più si è sinceri meglio saremo esauditi e consolati. In sintesi una identificazione all'azione come soluzione all'inerzia esistenziale è la conclusione di questa poesia; ben composta, che fa pensare. |
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Autore: CLAUDIO FULIN | ||||
POESIA: AREIHGERP | ||||
Come riuscire a portare gli occhi al cielo e parlare. Come potete invocare un dio e pregare. Come fate a credere al nulla e perseverare. Qual è la giusta risposta che aspettate se siete l'uno contro l'altro. Qual è il segno divino che deve arrivare, a chi, dove, quando, perché! Sono millenni che aspettate risposte che non arriveranno mai, e quante religioni ancora inventerete per fare altre domande. Chiedete a tutti i vostri dei la pace ma fate la guerra, Chiedete la misericordia dopo aver ucciso, Massacrate i bambini per la gloria dei cieli. Come posso usare la ragione dove la mia mente non arriva, Come posso almeno sognare un segno che mi dia una certezza. Basta credere in sé stessi Per avere fede? Basta amare il prossimo Per avere fede? Basta sopportare la vita.
Commento: C'è molta delusione in questa poesia, dove il poeta mette in evidenza come le religioni tutte hanno fallito il loro intento: avvicinarci al divino. Quel suo desiderio di "fede", di volere credere nel trascendentale però non trova risposta. Quanti di noi si trovano in questa situazione nei confronti delle religioni? Direi molti di più di quanto crediamo. Poesia che fa riflettere. Vorrei però aggiungere che c'è molta differenza tra religione, fede e credere. La fede è sempre una violazione del pensiero che mettono le varie religioni obbligandoci a credere; ma la fede deve giungere all'individuo dopo aver compreso in modo personale, vissuto che poi farà subentrare spontaneamente la fede quella vera, autentica per il Divino. Poesia sofferta, con uno sfogo spontaneo che il poeta rivolge a se stesso e a chi la legge, celando il desiderio di trovare risposte, per poter credere nel senso più esteso del termine |
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Dal libro del ragioniere
Giulio Grimaldi, nato il 2
Aprile del 1935 a Rovere Della Luna, in provincia di Trento ha
vissuto il periodo della II Guerra Mondiale ad Imperia. A
iniziato a scrivere poesie nel 1960. LA FEDE Arma meravigliosa di battaglia terrena che sconfigge il male pur senza ferire donando felicità e vita serena a chi la possiede e chi vuole sentire l'amore per tutti e la pace nel mondo senza ricatti, senza vendette né condizioni ma con il rispetto sincero e profondo verso coloro che in avverse ragioni l'han ripudiata o forse mai conosciuta. Convinzione sacra che da sempre ripaga tutti i mortali che l'hanno ottenuta e che preoccupati dal mal che dilaga le si stringon attorno ormai fiduciosi che perigli e malanni vengan sconfitti. E con rinnovata forza, giammai timorosi, percorron la vita non curvi ma ritti. Tranquilli fanciulli, poi uomini adulti, è l'Eterno che vaglia, vigila e vede che tutta la vita sia senza sussulti per chi non dimentica e mantiene la Fede.
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Commento: Abbiamo inserito nella sezione religiosa la poesia La Fede tratta dal libro di poesie del Ragioniere Giulio Grimaldi, perché pensiamo che fede e religione vadano in simbiosi. E' importante capire che in queste rime dedicate alla fede il poeta non ne specifici quale ossia: non spinge ad una religiosità cattolica, ortodossa, musulmana, ecc. Ma ad una religiosità esclusivamente vissuta attraverso la fede verso L'Eterno, unico Dio Creatore. |
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Poesia: Essenza Autore: Palma Tedone Se la notte avesse i tuoi occhi illuminerebbe il mondo
Se il mondo, avesse il tuo cuore non esisterebbe la povertà.
Se la povertà, avesse le tue mani ogni zolla di terra produrrebbe grano.
Il grano, si piega al vento tu amore, non piegarti tu sei, la notte, la terra, il grano tu, sei l'esistenza.
Commento: dal libro di poesie: "Amore, vento e Margherite" Ed. Sibilla abbiamo tratto questa belle lirica dal tema spirituale. Sembra che l'autrice veda la divinità in ogni cosa del creato, in forma panteistica e quasi con un dubbio chieda all'essenza divina di non piegarsi anche se ci sono persone che non sanno amare, nel susseguirsi delle strofe questa lirica sembra comprimersi affinandosi ad un interiore monologo. Poesia: NON VUOLE CADERE... - AUTORE: LILIANA MARCHI Non vuole cadere lo sguardo oltre le altezze dei lecci antichi. Si ferma sulla vite ramata sul confine delle foglie sulle pietre posate sulla lumaca in fuga e sul trifoglio tenace. Si ferma al di qua per non perdersi nel mare.
Commento: una vista allegorica della vita, in cui la metamorfosi della natura produce con alternanza di eventi, cambiamenti che agitano i contorni delle cose, poi tutto sembra placarsi nel pensiero del poeta per non perdersi nel mare dei ricordi, di conseguenza le parole della poetessa producono una immediatezza dei versi, ed è qui il pregio, il valore lirico di questa poesia. Poesia: IL TAVOLO DEGLI AVI (Vibrazione nascosta) - Autore: GIAN CASTELLO Nell'oscurare l'umida alba la notte esortava agli spazi solitari. i fili della luce e i radar erano la conferma che se si viveva al buio. Andavo cercando un'avventura di uomo o donna che fosse una vibrazione in comune poi tutto sarebbe stato bello. Dov'era Napoleone esiliato Cristo perseguitato da uomini invidiosi della sua magia? Le donne famose piangevano le loro morti e a poco servivano i sospiri dei dormienti. Avete cenato sul tavolo degli avi? Avete trasgredito le regole sconosciute? Siete sazi di miele e di limoni? Vi siete ubriacati fino in fondo? O ancora fingete? Qui ancora da noi si usa tagliare la gola ai disertori e ai bugiardi ma voi siete di un'altra pasta: servi e padroni, uomini e schiavi leggo nei vostri occhi l'ira che splende nei vostri anelli ma le catene che portate sono arrugginite. Voi pensate: E' da molto tempo."
Commento: un incantata cruda visione in un'oscura umida alba, dove un esteso spazio che si dipinge nel suo enigma, come si riconoscono i nostri antenati, in una triste amara realtà. I profeti "...fili della luce e i radar erano la conferma che se si viveva al buio..." dunque un buio di chi non sa più scorgere, né profeti né grandi uomini. Il poeta nella sua lirica cerca nell'avventura un inesauribile sfogo per lo spirito, il morbido aspetto dei rilievi, come un miraggio dopo tanti silenzi e incomprensioni nella sua lirica si scorge il vero comportamento umano, ieri come oggi che ci viene svelato come un chiarimento, nella poesia riesce a far si che tutto non si svolga al peggio, così alla fine per-donare è per il poeta più facile, perché servi e padroni, uomini e schiavi lira si possa placare, ma soltanto dopo una giustizia divina che ne arrugginisce le catene, prima splendenti. Un messaggio che l'autore vuole dare narrandolo in forma poetica: l'andamento dell'ingiustizia umana di chi si crede più forte. Istruttivo, chiaro per il linguaggio, deciso e limpido, in cui le suggestioni donano attimi di riflessioni.
Poesia: IL SAPORE DI UN BACIO Autrice: EMMA BARBERIS Il sapore di un bacio che sa di primavera rimbalza ancora fra le mie labbra giocando a nascondino con un sorriso incauto ma delicato. Delicato, come il mio amore per te.
Commento: una poesie che trasmette a chi la legge la delicatezza e lievità di un bacio, il suo sapore è candido come quella di un'anima che sa amare nel senso esteso del termine. Pochi versi che sanno creare trasmettere serenità, forza: ma è un dono raro, e la poetessa ha trovato quella pausa e quel ritmo che sanno agire emotivamente sul lettore. Da ciò nascono le principali suggestioni liriche che si mescolano al contenuto dei versi. Poesia: HO VESTITO D'ARGENTO...- AUTORE: MILENA FRASINETTI Ho vestito d'argento il mio braccio ho coperto la mia fronte di stelle e guardo in alto, in alto.
Commento: una lirica che trasmette una evasione. I versi più che delineare una realtà tendono infatti a creare suggestioni, giocando in modo impalpabile per trovare una identità, non importa quale, ma guardando in alto l'autrice scorge uno slancio, un moto interiore che l'ha indotta a comporre questi semplici lineari versi di elevata ispirazione. MATTEO DONDI Si definisce amante della natura e delle arti, musicista e compositore. Scrive poesie dal 1994, è al suo primo concorso, mentre come musico ha pubblicato due incisioni discografiche, ha prodotto, scritto e diretto recitando un videoclip da un brano di un suo CD; è giunto secondo al concorso regionale, e ha ricevuto nomination al Premio di Videoclip italiano. Le sue liriche sono istintive ed hanno origine a composizioni immediate, contrassegnate dall'intensità di sentimento mista a ironia e dalla necessità di esprimerlo in modo così forte che i versi corrono fluenti, ricchi e coinvolgenti. Un giovane scrittore, dunque, molto impegnato ed attivo, vivace negli interessi, tenace nel perseguire i suoi scopi, una personalità che fa ben sperare per il futuro della nostra cultura. Poesia Portali su in cielo, o Dio profumali di grazia con passione stringili al tuo seno, mio Dio crescili nel sole del tuo cuore questi anni leggiadri e tersi persi nel buio accecante del rumore che a brandelli riduce e morsi dalla oscura legge del dolore che incatena il fremito e il suo calore alla straziante gogna dei rimorsi vestili dei tuoi pensieri, o Dio scocca l'ora del tuo immenso amore o Dio, rendi eterno questo effimero tocco liberalo nelle vellutate tele di ardore che dipinge nei miei occhi il tuo nome. Commento: la lirica manda vibrazioni che sono come fremiti di richiesta, di speranza e di fede, che altro non è un ricomporre di frammenti di vita che ognuno di noi si porta addosso "...questi anni leggiadri e tersi." Un andare poetico, queste rime propongono un dialogo prezioso con Dio, ma non è certo fine a se stessa, bensì densa di stimoli da suoni profondi, meditazioni consolatorie sulla effimera esistenza. L'armoniosa composizione dona una pacata e dolce malinconia. PIERFRANCESCO ZEN Nato a Padova dove esercita come avvocato - pubblicista sia di argomenti letterari che giuridici. Nel suo libro di poesie "I Giochi del Tempo" (Panda Edizioni) si trovano liriche importanti, nel retro del libro c'è una significativa scritta: "Il tempo come costante di una lirica di ricerca - dove bellezza e valori - stupiscano e giocano - con stridore con la realtà e la storia." La sua formazione scientifica fa sì che la poesia sia molto coerente, precisa nei particolari, estremamente attualizzabile: ma non manca certo l'elemento fantastico, il sogno e la chimera che nella fantasia creano immagini suggestive. Forma elegante e sobria, esattezza di lessico, assoluta proprietà espressiva, sono liriche che trasmettono soprattutto di animo e di sentire. Poesia: Abbandonato |
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Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?
Al termine di un altro millennio - ma l'epilogo può essere dramma d'una sola esistenza- i Cavalieri dell'Apocalisse per molto e molto ancora troveranno lembi d'anima e di terra da atterrire e devastare.
La Tua esistenza, non le profezie ci lascia tremuli nelle vaste ombre delle nostre grevi croci. Se si sente persino Dio solo e nella Sua unità lacerato come può credere l'Uomo di essere figlio e non disperare
Molti nel Suo silenzio cercheranno una giustificazione ma la Parola che è tramandata sarà come una freccia, sopprimerà in gola spiegazioni che il bianco cavaliere non vorrà udire oltre.
Molti si avvinghieranno a quei legni, anche i carnefici, vittime estreme, imploreranno una rapida fine e il vendicatore dal rosso manto li falcerà mentre si volgeranno a guardare sgomenti le impronte tracciate con il sangue delle guerre.
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Molti tra i ruderi dei castelli, a difesa del loro regno eretti, tra gli zoccoli del nero destriero orgogliosi getteranno di una vita inquieta i tesori mai spartiti, nemmeno in carestia, con le schiere supplicanti.
Molti sconfitti dalle malattie dello spirito e del corpo li depositeranno putrefatti sul lento carro degli appestati, saliranno un livido crinale dove troneggia un verde guerriero pronto all'ultimo giudizio.
Alcuni infine, dopo che il castigo pur dai martiri invocato, sarà sceso con le stelle, nella pace del settimo sigillo capiranno e, nel ricordo di Cristo annullandosi per gli altri umanamente afflitto dall'abbandono e dall'atroce dubbio, pregheranno per potere iniziare a vivere una nuova lontananza.
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Commento: frutto di
una serie di riflessioni introspettive sull'Apocalisse biblica,
questa poesia risponde al bisogno di rendersi partecipi sui
pensieri profondi verso Dio e l'umanità, senza abdicare
all'ispirazione lirica. Mentre una serie di impressioni pervase
di afflizione simboliche sul destino dell'uomo già annunciato
nella profezia. Ne nasce una composizione che si può definire
"filosofica" nel senso che il poeta cerca di connotare e di dare
ordine alla meditazione sul disegno divino che il Creatore ha
per noi, suoi figli. Una lirica che induce alla riflessione,
senza privare il lettore di forti emozioni; se molti sono gli
eventi che ci allontanano da Dio, il poeta in questa lirica
"criticandolo" lo cerca, e lo fa ovunque, soprattutto nei
contrasti che ne assumono dimensioni tragiche, quando mostra la
sua durezza, ma sono proprio in quei momenti angosciosi che Dio
appare per l'esistere che fa sopportare meglio le cose. |
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Poesia: AMORE - AUTORE:
Valerie Bruno Amore una parola così corta e così grande in cui vi è racchiuso tutto. Di solito quando si parla d'amore di un uomo per una donna o all'amore di un bimbo per sua madre. L'amore dovrebbe essere una cosa per cui gioire e invece quando io penso a questo sentimento, così puro, chiaro così poco frequente, mi rattristo. Si starebbe così bene con un po' d'amore. Invece, sembra che la gente preferisca quel sentimento così intenso e totale che è l'odio.
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Io amo l'amore e vorrei che tutti potessero amarlo allo stesso modo. Sarebbe così bello se noi tutti riuscissimo ad amare di più i fiori, gli animali, gli anziani, i bambini tutte quelle persone che hanno più o meno bisogno di noi. Forse se tutto questo potesse succedere Dio ci amerebbe di più e ci perdonerebbe. E chi sa che in questo modo quella cosa così orribile che distrugge e annienta tutto, comunemente detta guerra, un giorno possa finalmente finire.
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Commento: poesia sull'amore nella sua vera espressione, invoca l'amore la poetessa quale pace dell'umanità, che l'uomo non sa più dare e trasmettere, inducendolo a perdere la serenità, la gioia, la forza di perseguire i propri fini e alla dignità che offre chi sa veramente amare tutto e tutti, di affrontare le vicissitudini, ma è un dono raro il vero amore, e la poetessa ha cercato di trasmetterlo attraverso le sue rime che sembrano essere scaturite direttamente dal cuore. La lirica ha andamenti irregolari, alternando versi lunghi, discorsivi, ad altri brevissimi, che segnano una pausa di ritmo apparendo più un brano che una vera lirica e quindi agiscono emotivamente sul lettore, da ciò nascono suggestioni ed emozioni altamente ispirate. GIULIANA PETROLINI ARCELLA Poetessa e pittrice, artista delicata e sensibile, sia nella lirica che attraverso limpidi e creativi quadri dove le pennellate come le parole esprimono l'amore per le cose piccole e grandi che siano. Nelle sue liriche si nota sobrietà di linguaggio ma anche una velata timidezza che rende un po' misterioso il suo scrivere. Membro della Accademia Culturale è stata premiata per i suoi dipinti fatti con le più svariate tecniche personali e creative, l'esperienza e la sensibilità pittorica si riscontrano anche nella produzione lirica, in cui le immagini vengono descritte. Lucidità di pensiero, chiarezza d'espressione: elementi che fanno delle sue composizioni liriche una poetessa che descrive momenti importanti nel panorama letterario dei nostri giorni. Poesia: Preghiera Un'altra notte arriva annunciata dal sole che tramonta penetrando l'immenso muro frastagliato di nubi.
Ben presto l'oscurità avvolgerà il cielo ed io mi volterò indietro stupita a guardare un'altra pesante giornata: ho servito umilmente ho lavorato e camminato, ho pregato.
Eccomi Signore, con i miei limiti e le mie paure, aiutami ad amarti ed ad amare i miei fratelli, io mi affido a Te, sia fatta la tua volontà in attesa di un nuovo giorno o Signore, di un altro grande Tuo dono.
Commento: nel contemplare lievi solitudini la poetessa trova gli spazzi trascurati nella quotidianità e ritrova il Signore alla sera attraverso il pensiero, nel quale la poesia si annida quasi a proteggere l'anima dalle meschinità dilaganti. Alla fine della faticosa giornata, la ragione, per contro pare la giusta "punizione" per non essere stata capace di annullarsi nelle suggestioni del silenzio che conducono al Divino. Una lirica che dona emozioni, grazie all'ottima composizione dei versi, molto ben congeniati per una armoniosa comunicazione poetica. Poesia - AUTORE: DUNJA TORRONI
Un lieve sussulto.... sento, forse, e non mento. Amica mia, anima cara, il viaggio a due, voglio sperimentare. Musa o dea divinatrice, prendimi per mano e conducimi via.
Commento: quando l'amore per un altro essere si trasforma in rima, in poesia e, questo lo sanno bene i grandi poeti del passato che sono stati ispirati dalla musa della poesia lasciando i loro scritti che continuano a dare vibrazioni emozionali attraverso gli anni e i secoli. Nel susseguirsi delle brevi strofe di questa lirica il verso sembra comprimersi affidandosi ad un interiore monologo. MARIA LAURA DURANTE Scrittrice dai toni gentili, riesce con buona impostazione stilistica e con ritmo pacato a immettere nei suoi versi il variegato, intenso mondo interiore che le è proprio, e a comporre liriche di buona qualità espressiva e linguistica mai effusive, lineari e sapientemente vigilate. Per sua scelta, e forse anche per carattere, compone poesie brevi, concise, ma intensamente sentite, in cui la sua liricità può condensarsi in versi che lasciano al lettore lo spazio per una personale interpretazione.
Poesia: GOCCE D'ESISTENZA
La neve
Muta al sole d'inverno racchiude nel palmo i segreti dell'esistenza
Il bosco
Nudo al vento dei monti distende sul dorso l'arcano dell'uomo
Candido è l'abbraccio di luci e voci sui verdi prati naufraghi di vita e imbevuta di sogni
Passerà l'eternità nell'ora dell'oblio sulla mia rotta assetata di un Dio vibrante di mistero.
Commento: la poetessa guarda la natura e ne subisce la magica suggestione, sembra cadere al di là dei limiti delle cose umane, per immergersi i quel infinito in cui avviene l'incontro con l'Assoluto nell'armonia cosmica. Una lirica che procura emozioni di annullamento terreno e di aspirazione spirituale, sia grazie alla dimensione dell'immagine, sia alle capacità della poetessa di controllare il lessico scegliendo le parole più eteree e sfumate, idonee al tema trattato.
Poesia: ATTIMI DI LUCE
Ubriaca di folla che s'appiglia ad un sogno ancor folle del cuore, vorrei tingere d'alba ogni amara esistenza.
E rincorro parvenze d'estate rituffandomi in mari d'oblio, dove un ponte soltanto congiunge i reconditi lati dell'io.
Guardo in faccia ogni giorno che muore, cerco il labile volto di Dio tra insidiosi granelli di vita e indicibili pulsioni di luce!
Commento: il cammino che conduce a Dio non è certo agevole, continuamente insidiato da dubbi, ma la poetessa lo percorre seguendo l'eco della sua voce: "... guardo in faccia ogni giorno che muore..." Una bella ed intesa poesia che ha il pregio di saper sintetizzare in poche parole, dove la fede richiede impegno e fatica per non vacillare. Ne risulta un messaggio di elevato valore etico, nei versi vigorosi e armonici.
Poesia: L'ATTESA
Nel bagliore di questa notte ti voglio incontrare: che il Niente spalanchi il Tutto e scenda l'Immenso a rinnovare il cuore.
Fioriscano le tenebre del non senso nella Tua Luce di Pace e ogni attimo sia colmato d'Eterno.
Commento: magiche emozioni e forte desiderio che "... nel bagliore di questa notte - ti voglio incontrare ... che il Niente spalanchi il Tutto..." E la notte l'ora in cui la poetessa riesce meglio a percepire la presenza del divino, e l'ora tutta sua, attesa e desiderata ricca d'emozioni "... nella Tua Luce di Pace..." Nel suo insieme la lirica e di pensieri elevati, e di acuta nostalgia e desiderio. Una buona composizione, attentamente controllata dell'autrice per non alterare l'equilibrio che crea un senso di coinvolgente armonia. MARCO DAMONTE Le sue poesie sono ispirate, di media lunghezza, sobriamente espresse e attentamente controllate nell'esposizione del sentire, ispirato nel linguaggio. Nelle sua rime c'è una volontà di mantenere la fiamma della religiosità, del sentimento, nelle sue liriche c'è lucidità di pensiero, chiarezza d'espressioni, le tematiche più intime fanno da sfondo alla composizione, pervase da un gusto fortemente figurativo in una dimensione fuori dal tempo e dallo spazio, dove si muovono archetipi che dicono parole del sapore antico e insieme moderno.
Poesia: ORAZIONI MARI(A)NE
E quei rosari detti sul dondolio dell'onda scaldata dal sole fra terra e cielo tra mare e male, con le Ave Marie scandite da bracciate lunghe, spruzzate sul viso, negli occhi insieme ad acqua salata.
Commento: modo inconsueto di scrivere la poesia religiosa e spirituale. Con Questa rima l'autore ci fa comprendere che si può pregare la Grande Madre anche sul mare, le preghiere quando sono sentite ogni luogo è fertile per essere ascoltate "... sul dondolio dell'onda..." Così scrive il poeta anche attraverso il lavoro, la fatica di chi lavora sul mare "... con le Ave Marie - scandite da bracciate lunghe..." Questa poetica è veramente l'espressione di una sentita religiosità.
Poesia: GIOVEDI' SANTO
Lividore sull'estremità delle falangi e nel palmo delle mani. Ante Coena Domini in umida cantina ho mesciato odorosa barbera riempiendone preziose ampolle. Ebro di festa liquido sanguinolento versato per la gioia umana. Grazie.
Commento: una lirica che trasmette tristezza e verità. il poeta sfida con il suo pensiero, che produce tutte le emozioni, rimpianto, delusione su come l'uomo d'oggi festeggia il Giovedì Santo, il sacrificio di Cristo per liberarci sopratutto per modificare il pensiero dell'umanità ieri come oggi. Lo stile di questa singolare lirica è fondamentalmente segno di distinzione, dive la nostra vera identità è sconosciuta a noi stessi, segno di distinzione e della ricerca espressiva. DANIELA LA TORRE Le lirica di Daniele La Torre contengono tante belle metafore ispirate alle religiosità, dove Dio entra nel suo cuore come raggio di sole - energia ed ispirazione. Poesia sensibile la sua che con dolcezza e saggia gentilezza vuole comunicare messaggi di fede, speranza e monito per un comportamento umano e solidale.
Poesia: A PAPA' Papà, tu sei tornato alla casa del Padre! Papà dimmi com'è quella Casa? Non ha tetto, perché così si può vedere il cielo azzurro Non ha pavimenti perché poggia sui raggi del sole Non ha pareti perché deve unire tutti insieme Papà! Allora cos'ha la Casa del Padre? Ha l'amore di Dio che è senza limiti.
Commento: questa lirica scritta con un affetto grande e sincero per il padre, contiene i misteri della vita e della morte, soprattutto: cosa c'è dopo la morte, misteri che sembrano contenuti nei sacri libri, i cui fogli sono scompigliati dal vento, le sue parole sembrano accompagnare il padre alla propria dimora che vive e comprende solo chi crede e ha fede. L'intensità delle parole, della ricerca interiore che la poetessa esprime di una fede assoluta e vissuta, dove viene espressa nella accettazione della Divina volontà. Una lirica ben costruita sobria nella scelta stilistica, elegante nel lessico. La poesia ci aiuta a pensare alle persone care che non ci sono più.
Poesia Signore quando non posso pregare perché la mia mente è stanca
Quando non posso aiutare i miei fratelli perché il mio corpo è malato
Quando sono egoista perché mi sento la persona più infelice della terra
Quando non riesco a perdonare i torti subiti perché sono troppo orgogliosa
Signore non mi abbandonare!!
Commento: in questa lirica si nota come le parole nate dal cuore possono creare rime che sono come preghiere, in questo modo aiutando gli altri aiutiamo noi stessi. La poesia si muove in un colloquio con Dio, in cui la poetessa confida, affida il cumulo delle sue riflessioni d'aiuto, delle sue forti emozioni di fronte agli eventi lieti e tristi che accompagnano la vita. Ne nasce uno spaccato di umanità, un susseguirsi di sentimenti che sono, sì, suoi personali, ma mai astratti e attinenti alla sua fede, una fede che dovrebbe avere ogni persona per superare i momenti difficili del nostro vissuto.
Poesia: AL RISVEGLIO Quando mi alzo o Signore fa che io pensi alla tranquilla notte trascorsa e alla giornata che mi dai
Non permettere che perda inutilmente il tempo ma conservandomi in salute fammi essere utile a coloro che avvicino
Aiutami a pensarti nei fratelli che incontro nella natura che mi circonda nel cielo che è la tua magnifica dimora.
Commento: questa poesia - preghiera scalda il cuore, scritta con umiltà e saggezza, l'autrice si augura di essere d'utilità a coloro che avvicina, che l'anima sia presa tutta dal volere divino, e, Gli chiede di mantenere viva la fiamma del sentimento per il Tutto "... aiutami a pensarTi - nei fratelli che incontro - nella natura ...nel cielo che è la Tua magnifica dimora." La poetessa in questa lirica non si lascia mai andare, non s'abbandona alle effusioni, ma resta attenta nell'aprire il suo animo, badando alla forma e alla raffinatezza della sua produzione. GRAZIANO CIACCHINI Nato a Pisa dove risiede, ha partecipato a molti concorsi sia a livello locale che nazionale, alcune poesie sono state pubblicate. Recentemente ha scoperto di amare anche la pittura, del resto non è cosa rara che il poeta venga ad un certo punto ispirato anche dalla musa della pittura. Partecipa a questo concorso con un libro edito di poesie e dipinti dal titolo: "In Ombre" pubblicato da Pacini Editore. La sua poetica è ricca d'emozioni ognuna ispirate, questo autore e come una promessa della poesia, le sue liriche entra in quel mondo in cui il lettore vive, non tende a trasferire i lettori a qualche di un mondo immaginario, tutti i temi coinvolgenti e adatti ad una autentica liricità.
Poesia: DI CONSIGLI Nel corso del cammino svaniscono maestri
E mi rifugio
da chi si eleva tale ogni occasione e vende cianfrusaglie come nuove
Lasciami stare ho perso molto tempo nella vita e sto pagando la voglia di sentirmi e di scoprire l'essenza ch'è nascosta da millenni di sani pregiudizi e di consigli
Commento: quanti falsi profeti si incontrano oggi, ci si rifugia quando l'anima è stanca, per ritrovarsi a capire che quel "maestro" non valeva nulla, allora lo si lascia per intraprendere un altro incontro che ci lascerà quasi sempre delusi. Bellissima metafora della ricerca del se, il ritmo agile e piacevole, lineare e discorsivo, attento all'immediatezza della comunicazione, pervasa di saggezza, acquistata nel travaglio del vivere. La conclusione di questa lirica si traduce nella presa di coscienza, che l'essenza Divina si deve scoprire da soli. DONATELLA DE NICOLO'
Poesia: PREGHIERA Fredda giornata di un'afosa esistenza: stronca i forse e i no, annienta le occasioni inopportune, ti prego, distruggi il male. Troppe tentazioni volteggiano sulla mia testa: finiranno per stancarsi e riposare su di me.
Commento: particolare questa poesia, sia perché tratta un argomento spirituale, sia perché lo fa con insolita metafora che ne trasmette il contatto con il Divino, sente le giornate che ha davanti in un'afosa esistenza, invoca Dio "...ti prego, distruggi il male - Troppe tentazioni - volteggiano sulla mia testa..." Il cammino della poetessa è scivoloso, asperso di ombre, di dubbi e di silenzi, che possono minacciare la sua anima. Una lirica dove illusione e delusione, gioia e pena sono scandite con apprezzabile perizia evocatrice. ROBERTO GENNARO
Poesia: EXCRUCIS (12 GENNAIO 2007) |
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L'ultimo convivio prima di partire Un cammino d'angoscia verso la morte Appena iniziato e che vorrebbe finire Piegandosi al volere del padre più forte
Seduti al tavolo ti attendono fedeli Scalzi e impolverati da una terra benedetta Ti chini e a ciascuno lavi i piedi Come segno di umiltà dalla povertà eletta
Finite le abluzioni prendi in mano il pane Lo spezzi con la destra e lo offri ai tuoi amici Insieme al vino, il tuo corpo e il tuo sangue Pagati anche per quell'anima traditrice
Passeggiando dopo cena trascuri la realtà Nell'orto coltivato dai tuoi compaesani Ti apparti solitario nella tua umanità Tra gli ulivi che attendono tue tribolazioni
Ben presto ti desta il rumore delle armi Giunge il tuo compagno che si fa ambasciatore Ti bacia e con quel gesto ti consegna ai gendarmi In catene ti conducono verso la prigione
Mentre carcerato attenti il giudizio Ascolti il sussurro del tuo successore Tre volte ti rinnega fino al giungere dell'inizio Del giorno al canto del gallo delatore
Arriva il romano magistrato gentile Ti ordina di rendere sincera confessione Ascoltando le tue parole da re nel cortile Si lava le mani da ogni decisione
Ti consegna ai soldati per l'ultimo dileggio Circondato il capo con un diadema di spine Flagellandoti ti schermiscono con il loro sbeffeggio Mentre i sacerdoti osservano il tuo immane patire
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Una croce di legno ti viene affidata Le tue spalle caricate non reggono il peso Nel cammino che ti porta verso il Golgota Solo un uomo risolleva il tuo corpo quasi arreso
Steso a braccia aperte sul tuo duro patibolo Ti inchiodano crudeli senza esitare Issandoti verticale ti ergono a simbolo Di una vita offerta nel nome dell'amore
Ancora una volta si fan gioco di te Ti porgono una spugna intrisa d'aceto Per toglierti la sete chiedendoti se Il coro dei tuoi angeli ti ha abbandonato
Ascolti confessore il sincero pentimento Di un fuorilegge crocifisso alla tua destra Gli confidi che nella morte verrà il momento Di entrare assieme a te nella casa celeste
Rivolgi i tuoi occhi alla donna ai tuoi piedi E' sorretta dall'apostolo tuo prediletto Sorridi vivente a tua madre e a lui chiedi Di darle conforto stringendola al petto
Si avvicina la notte in quel luogo silente Il tuo urlo lo strazia e rimetti il tuo spirito Nelle mani del Padre, stella nascente Che nella morte ripaga l'originario debito
Il tuo corpo sfregiato viene traslato Avvolto in un sudario in una grotta rinchiuso Una pietra a far guardia al tuo cuore addormentato Che risorgerà a nuova vita dopo aver la morte eluso |
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Commento:
scrivere il giorno della morte del Maestro Gesù in rime non e
cosa facile, ma il poeta è riuscito a trasmettere portando con
la sua rima sul monte degli ulivi e sul Golgota. Poesia ricca
d'immagini e di suoni, una poesia che si accalora e si spegne a
secondo delle emozioni che si susseguono intense e incalzanti in
versi armoniosi.
JOSHUA (30 marzo 2007) C'è un pulcino appena nato che non sa di arrivare In un mondo contagiato da una psicosi frenetica Nell'accelerazione di un atomo da bombardare Si interroga allarmato con una domanda amletica
Sono sceso sulla terra avvolto in una preghiera Ero la luce del mondo conservato su una stella Ora gli uomini mi schivano disponendosi a raggiera Mi dimenticano al centro, appendice di una cella
La rete cibernetica mi collega al movimento Globalizzo il bene e il male nello spazio di un secondo Ma nella connessione mi è prescritto ogni intervento
Mi ritrovo profeta in un sentiero vagabondo Spargerò pezzi di cuore in un alito di vento Sperando di risorgere tra le braccia del mondo
Commento: questa lirica assume carattere di accusa "... Globalizzo il bene e il male nello spazio di un secondo..." Il poeta ha un concetto drammatico della vita, ne deriva così sul piano espressivo una frantumazione nel descrivere la fede, in cui si accumula i simboli, le immagini e fa della sua poesia una missione di fede. LUIGI FORMISANO
POESIA: SENZA TITOLO
Signore, dammi la forza per tenere sempre accesa la fiamma ardente di questo amore. Dona a me il coraggio per vivere sempre, ed a cuore pieno i miei giorni accanto a Lei.
Che io possa essere, piccola luce nei momenti bui che potrà incontrare sul percorso, voce dolce che accompagna i silenzi che la vita le riserverà. Fammi semplice nelle sue controversie e pronto nelle sue esigenze. Donami un cuore capace di accogliere le sue sofferenze, ed animo sufficiente per alleviare le sue pene.
Ridestami nei giorni che sceglierò di utilizzare per la semplice contemplazione di questo sogno, affinché questo non possa mai esaurirsi per inedia di se. Guidami nei giorni nei quali del mio smarrimento potrei far perdere anche Lei.
Fai più tenero il mio sguardo nelle nostre incomprensioni, e più dolce la mia voce nei momenti difficili che lungo il cammino incontreremo.
Indicami la via per poter percorrere ancora e per sempre la mia vita accanto a Lei.
Commento: questa dolce e sentita preghiera, invocazione, trasmette metafore di spiritualità e di elevazione verso l'infinito amore del Padre. Così anche la preghiera sentita e scritta con versificazione di linguaggio e di emozione, sembra elevarsi con rime di fede e invocazione d'aiuto, senza bisogno di tradursi in parole scontate. Le rime sono un tramite immediato quando sono sentite come il poeta in contatto con Dio. Ma il Padre si deve ringraziare per ciò che ci ha donato perché c'è diversità tra preghiera e invocazione. Versi eterei e di elevato profilo lirico.
POESIA: INVOCO...
Madre bambina, che accogliesti con fede semplice il tuo santo destino, volgi a noi figli il tuo sguardo di compassione feconda che tutto illumina e beatifica.
Invoco Te Regina di pace, Madre d'ogni madre speranza di conforto perpetuo; tendi a noi le braccia che furon culla dell'Uom Divino e come in quel primo dì e in quei che dopo furono offri rifugio a chi in Te confida.
Guidaci in quel tortuoso cammino verso il giusto che fu già tuo nei faticosi passi che ti portarono al giaciglio di Betlemme.
Illumina col tuo salvifico sorriso gli oscuri antri che in cuori di pietra sordi alla tua voce talora dentro di noi insidiosamente mesti albergano.
Di ogni piccolo nodo che nel terreno transito la sofferenza dello spirito a noi uomini regala, grazie al potere del tuo immenso amore trame d'incanto per la nostra anima tessi.
Accogli sotto l'immenso manto della tua misericordia chi la Strada lungo il percorso smarrisce, affinché al caldo della tua materna protezione stella polare della nostra fede nei nostri giorni futuri tu sempre sia.
Commento: è bello leggere delle liriche ispirate e dedicate alla Madre del Mondo con la quale il poeta intrattiene rapporti emotivi di autentica fede. Le immagini create dai versi suggeriscono come ogni preghiera suggestioni profonde, sensazioni forti che il poeta prova nel pensare e invocare la Regina di Pace. Le immagini liriche hanno la capacità comunicare nel silenzio dell'anima: non sempre, infatti, le parole possono dare voce alla profondità del cuore, mentre la poesia - preghiera come dimostrano sa dire molto con la sua emozionante liricità.
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© Sigillo Poeta 2006